Greenstyle Alimentazione Conservanti: carne e formaggi, EFSA aumenta dosi di nisina consentite

Conservanti: carne e formaggi, EFSA aumenta dosi di nisina consentite

L'EFSA ha deciso di aumentare le dosi ammissibili di nisina, tra i conservanti alimentari, nei formaggi e nei prodotti a base di carne.

Conservanti: carne e formaggi, EFSA aumenta dosi di nisina consentite

Fonte immagine: Pixabay

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare EFSA ha dichiarato, in tema di conservanti alimentari, che l’uso della nisina E 234 è sicuro nei prodotti come formaggio non stagionato e a base di carne trattata termicamente. L’assunzione giornaliera ammissibile di nisina è stata così aumentata da 0.13 mg e 1 mg e, ai produttori, è stato raccomandato di usarne un massimo di 12 mg per chilo nei formaggi e 25 mg per chilo nei prodotti a base di carne.

Tuttavia le ricerche sulla sicurezza della nisina restano contraddittorie, fino a poco tempo fa era considerato un prodotto da evitare, insieme ad altri conservanti alimentari, perché non si poteva escludere che stimolasse la selezione di microrganismi resistenti agli antibiotici. Allo stesso tempo pare che aiuti a controllare e ridurre la popolazione batterica non desiderata in determinati prodotti alimentari in modo naturale.

Questo provvedimento dell’EFSA non spiega però il motivo per cui oggi il conservante nisina sia da considerare sicuro e siano state anche aumentate le dosi giornaliere ammissibili: sono così in molti a richiedere una valutazione più accurata dei rischi.

La nisina è un conservante alimentare prodotto dal Lactococcus Lactis con una struttura molecolare formata da ben 34 amminoacidi. Generalmente viene creato da prodotti naturali a base di latte vaccino e spesso viene aggiunto al formaggio per via del suo pH molto acido. Lo possiamo trovare comunque anche nei prodotti a base di carne e in alcune salse come ketchup e maionese.

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