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Cani e gatti vittime dei roghi in Cile

Un incendio di dimensioni catastrofiche sta devastando le colline di Valparaiso in Cile, molti i feriti per le strade tra cui tantissimi fra cani e gatti.

Cani e gatti vittime dei roghi in Cile

Un terribile incendio sta devastando la zona centrale del Cile e da sabato scorso la città di Valparaiso, a 70 km a nord ovest di capitale Santiago, è diventata lo scenario lugubre delle fiamme. Molti gli sfollati, le scuole sono state preventivamente chiuse e 20 elicotteri sorvolano la zona gettando acqua sul fuoco. A ora le vittime accertate sono 15, ma 11.000 sono gli sfollati e tantissimi i cani e gatti vittime di fumo e bruciature.

Per questo un gruppo di veterinari volontari si sta occupando di sanare le profonde ferite prodotte dalle fiamme. Tra le moltissime vittime a quattro zampe molti i randagi di strada, tanti invece i cani e gatti di proprietà lasciati nelle case in preda al fuoco. Nel fuggi fuggi generale anche gli animali domestici delle baraccopoli si sono ritrovati inermi e imprigionati tra le fiamme. Complici i forti venti che hanno reso difficoltose le operazioni di salvataggio e il recupero degli animali.

La condizione più complicata è vissuta dagli abitanti delle zone più povere, dove non esiste acqua potabile e fognature. Il vento, che sta spingendo nuovamente le fiamme sulle colline di Valparaiso, ha già costretto alla fuga molte persone abbienti con i loro poveri animali. Per ora sono stati organizzati alcuni centri di accoglienza, con un dispiegamento di forze dell’ordine di grande portata. Molti i vigili del fuoco, polizia, corpo forestale, soldati, marinai e operai della protezione civile che hanno risposto alla chiamata del Presidente cileno Michelle Bachelet.

A questi si unisce un gruppo nutrito di veterinari che sta operando direttamente su strada, organizzando centri di primo soccorso per gli animali più bisognosi. I casi più gravi vengono trasferiti negli studi veterinari di zona dove operazioni, bendaggi e interventi si susseguono con ritmo incalzante. I tanti randagi senza proprietario non sono certo esclusi dalla lista, anche per loro le cure sono tempestive e costanti. La zona, patrimonio dell’UNESCO, è seriamente ferita dagli incendi e la popolazione si è riversata per le strade in attesa che il fuoco abbia fine.

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