
Assenzio
L’Artemisia absinthium, che nel linguaggio comune viene semplicemente indicata come assenzio, è una pianta del genere Artemisia della famiglia delle Asteraceae. Di tutte le varietà che appartengono a questo genere è una delle più grandi, nonché quella più ampiamente distribuita: ne esistono infatti più di 500 diverse specie.
La parola Artemisia deriva con molta probabilità dalla greca Artemide, dea della caccia, degli animali selvatici, del tiro con l’arco, della foresta e dei campi coltivati, mentre il termine absinthium deriverebbe dall’antica >parola greca “ἀψíνθιoν”, ossia assenzio.
La pianta
L’Artemisia absinthium si presenta come una piccola pianta erbacea e perenne, le cui foglie hanno un forte e caratteristico odore che ricorda quello della salvia. Mentre la radice ha un sapore caldo e aromatico.
Gli steli della pianta matura sono diritti e sodi, ramificati e frondosi, legnosi solo alla base, di lunghezza variabile da 0,5-1,1 metri. Le foglie sono di colore verde argenteo, lunghe, e disposte a spirale. Foglie e steli della pianta sono ricoperti da sottili peli setosi, che conferiscono al vegetale un aspetto grigiastro. I fiori sono di colore giallo chiaro e forma sferica. Il periodo di fioritura va da luglio a settembre, ma negli anni più miti arriva fino alla metà di ottobre.
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Le parti fuori terra muoiono alla fine della stagione di crescita, ma le piantagioni coltivate di assenzio possono essere sfruttate fino a 10 anni: la materia prima può essere raccolta due volte l’anno. La pianta dell’assenzio si propaga facilmente per divisione, taglio delle radici o dai suoi semi.
Coltivazione

In Italia l’artemisia cresce anche come pianta spontanea, in aree asciutte e soleggiate e in terreni ben drenati, ricchi di minerali e sostanza nutritiva: la pianta teme il ristagno dell’acqua sull’apparato radicale. Nella stagione fredda la parte aerea muore, mentre le radici rizomatose sopravvivono e germogliano l’anno successivo, a primavera. Le giovani piantine si trovano anche nei vivai.
A cosa serve l’assenzio?

Dell’Artemisia absinthium si impiegano i fiori e le foglie, sia come rimedio fitoterapico che, grazie al particolare aroma, per la preparazione di bevande alcoliche. L’olio è una fonte di tujoni, molecole in grado di stimolare il sistema nervoso, inoltre la loro efficacia è promossa anche per il trattamento di problemi digestivi e infezioni da vermi.
Ancora, il suo impiego è stato proposto per “curare” la perdita di appetito, la digestione, la febbre, le malattie del fegato, per migliorare il desiderio sessuale e per il trattamento a livello topico di ferite e punture di insetti. L’assenzio è disponibile come estratto liquido, olio essenziale e polvere. Oltre che in alcune bevande alcoliche.
Effetti avversi e precauzioni
Pur trattandosi di un cosiddetto rimedio naturale, è preferibile consultare il medico prima di assumere assenzio o preparazioni che lo contengono, infatti sono noti diversi effetti collaterali attribuibili a questa pianta. I principali sono nausea, vomito, dolori muscolari, convulsioni, insufficienza renale, insonnia, allucinazioni e tremori. Inoltre l’impiego andrebbe attentamente valutato, se non addirittura evitato, da coloro che soffrono di convulsioni o che assumono farmaci per il trattamento delle stesse, come fenobarbital, acido valproico, primidone, gabapentin, carbamazepine e fenitoina. L’Artemisia absinthium, infatti, può causare convulsioni e ridurre l’efficacia dei farmaci. Inoltre non sono stati condotti studi adeguati sulla pianta per poter con sicurezza determinare l’uso sicuro ed efficace nelle donne in gravidanza e in allattamento.