Come funziona la rottamazione quinquies e chi può aderire(www.greenstyle.it)
La Legge di Bilancio 2026 introduce una nuova opportunità per i contribuenti italiani con debiti fiscali e contributivi.
Questa misura di definizione agevolata rappresenta un’ulteriore chance per regolarizzare la propria posizione con il fisco, estendendo il periodo di rateizzazione fino a 9 anni e prevedendo una serie di condizioni che ampliano la platea dei beneficiari e facilitano il rientro.
La rottamazione quinquies consente ai contribuenti, sia privati sia imprese, di sanare i debiti iscritti a ruolo presso l’Agenzia delle Entrate-Riscossione relativi a cartelle emesse tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023. Possono aderire coloro che hanno ricevuto avvisi bonari, ovvero notifiche di debiti già riconosciuti ma non versati, o che hanno commesso errori nei pagamenti, escludendo però chi non ha mai presentato la dichiarazione dei redditi. È altresì escluso chi ha già aderito alla rottamazione quater per i medesimi debiti definiti entro il 30 settembre 2025.
L’adesione avviene tramite una dichiarazione telematica da presentare all’agente della riscossione entro il 30 aprile 2026; nella richiesta il contribuente indica il numero di rate (fino a un massimo di 54) in cui intende dilazionare il pagamento. La prima rata scade il 31 luglio 2026, e le successive hanno una cadenza bimestrale fino al massimo di 9 anni, rendendo questa definizione una delle più lunghe mai previste in Italia.
Possono essere inclusi nella rottamazione anche tributi locali come IMU, TARI e multe, ampliando così la possibilità di sanare situazioni debitorie non solo di natura erariale ma anche municipale.
Dettagli sulle condizioni economiche e rischi correlati
La possibilità di dilazionare il pagamento in un arco temporale così esteso consente un alleggerimento immediato dell’impatto economico sui bilanci familiari e aziendali. Tuttavia, tale beneficio comporta anche un aumento del costo complessivo del debito a causa degli interessi che decorreranno al tasso annuo del 4%, raddoppiato rispetto al passato, e che si applicheranno per tutta la durata del piano di rateazione.
Secondo le analisi condotte da fonti autorevoli come Il Sole 24 Ore, gli interessi applicati possono arrivare a incidere fino al 36% del debito iniziale in caso di piani di pagamento molto lunghi e debiti di media-alta entità. Ciò implica che la rottamazione quinquies risulta particolarmente conveniente per contribuenti in difficoltà di liquidità che necessitano di più tempo per regolarizzare la propria posizione, ma meno vantaggiosa per chi può sostenere pagamenti più rapidi.
Un’importante novità è rappresentata dalla maggiore tolleranza sui mancati pagamenti: la decadenza dal beneficio scatta solo dopo il mancato versamento di almeno due rate consecutive, anziché alla prima insolvenza come in passato. Non è previsto al momento un versamento minimo iniziale obbligatorio, anche se la misura potrebbe essere soggetta a modifiche in sede di emendamenti parlamentari.

Tra i principali vantaggi, oltre alla dilazione e alla sospensione delle procedure esecutive e di riscossione, vi è la possibilità di estinguere sanzioni e interessi di mora pregressi, pagando cioè solo il capitale e le spese di notifica e riscossione. La misura offre una concreta opportunità di alleggerimento del carico fiscale e contributivo, facilitando il rientro di circa 16 milioni di potenziali contribuenti.
Tuttavia, la Corte dei Conti ha espresso critiche significative in merito alla rottamazione quinquies, evidenziando come tale sanatoria possa «favorire chi è stato inadempiente rispetto ai contribuenti che hanno sempre pagato regolarmente», creando un effetto distorsivo e un incentivo negativo a mantenere un comportamento fiscale virtuoso. La prospettiva di future sanatorie potrebbe infatti ridurre la propensione al pagamento regolare, con un impatto negativo sul gettito fiscale complessivo.
Scadenze e modalità di pagamento
Il pagamento potrà essere effettuato in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2026 oppure dilazionato in un massimo di 54 rate bimestrali di pari importo, con scadenze precise stabilite dalla legge, che vanno dal luglio 2026 fino al maggio 2035. Gli interessi saranno applicati a partire dal 1° agosto 2026, calcolati sul capitale residuo.
È importante rispettare tutte le scadenze per non perdere il beneficio della definizione agevolata, perché la mancata corresponsione di due rate consecutive comporta la decadenza dalla sanatoria e l’immediata ripresa delle procedure di riscossione ordinaria. In tal caso, il contribuente sarà tenuto a pagare l’intero importo originario maggiorato di interessi e sanzioni.
