Greenstyle Benessere Salute 2019-nCoV: incubazione e trasmissione del coronavirus

2019-nCoV: incubazione e trasmissione del coronavirus

Informazioni sul 2019-nCoV, ovvero il nuovo coronavirus apparso nella città cinese di Wuhan: ecco le modalità di trasmissione e l'incubazione.

2019-nCoV: incubazione e trasmissione del coronavirus

Fonte immagine: imtmphoto via iStock

La diffusione del coronavirus 2019-nCoV continua a destare preoccupazione. E non solo in Cina, dove l’epidemia ha avuto origine, ma in tutto il mondo: diversi casi si sono registrati in altre nazioni, tra cui l’Italia, soprattutto da persone di ritorno dopo un periodo di permanenza nel Paese asiatico. Ma quali sono le modalità di trasmissione di questo nuovo virus e, soprattutto, quale il periodo di incubazione?

A rispondere alle domande più comuni sul nuovo coronavirus – chiamato comunemente anche virus di Wuhan, data la città dove per prima è esplosa l’infezione – ci ha pensato l’Organizzazione Mondiale della Sanità: sul sito ufficiale dell’OMS, infatti, è disponibile una comoda lista di FAQ, utile anche per evitare pericolosi allarmismi. Di seguito, qualche informazione utile.

Coronavirus 2019-nCoV: evoluzione in pillole

Coronavirus Wuhan

Così come ormai noto, l’apparizione del nuovo coronavirus è avvenuta a Wuhan – una grande città della Cina centrale – tra il dicembre del 2019 e il gennaio del 2020. Le autorità sanitarie locali hanno inizialmente riscontrato delle sindromi dai sintomi non dissimili dalla comune influenza, in grado però di evolversi in pericolose polmoniti. Le prime analisi hanno permesso di individuare un nuovo coronavirus, il 2019-nCoV, dalle caratteristiche vicine a quello già noto della SARS, ma dalla mortalità notevolmente più ridotta.

Secondo gli esperti, l’infezione potrebbe essersi sviluppata dal mercato ittico della cittadina – chiuso da inizio gennaio, su decisione delle autorità – dove venivano custoditi numerosi animali selvatici vivi, in piccole gabbie e in condizioni igieniche non sempre eccellenti. Fra questi lupi, leoni, zibetti, volpi, pavoni, ratti, pipistrelli, serpenti e molti altri. L’analisi del genoma ha permesso di evidenziare un’origine animale e, di conseguenza, si sospetta che il virus abbia potuto effettuare il salto di specie proprio all’interno del mercato.

Al 31 gennaio 2020 il nuovo coronavirus aveva colpito 9.826 persone, causando il decesso di 213 morti. Dati che dimostrano come il recente 2019-nCoV risulti più contagioso della SARS, con i suoi circa 8.000 individui colpiti a fine epidemia del 2003, ma dalla mortalità decisamente più bassa: meno del 3% contro il 15%. Nei primi giorni di febbraio 2020 diversi istituti di ricerca mondiali, tra cui lo Spallanzani di Roma, hanno isolato e sequenziato l’intero genoma del virus, un passo importante per lo sviluppo di una cura e un eventuale vaccino.

Coronavirus 2019-nCoV: trasmissione e incubazione

Raffreddore

La trasmissione del nuovo coronavirus, così come evidenziato proprio dall’OMS, avviene tramite le stesse modalità di altre malattie respiratorie: con il contatto tra una persona infetta e una sana. In particolare, il virus entra nell’organismo approfittando delle mucose del naso e della bocca, così come avviene per la comune influenza. Nel dettaglio, le modalità più frequenti di contagio potrebbero essere:

  • Goccioline di saliva, trasferite durante la conversazione a distanza ravvicinata, ma anche tossendo o starnutendo;
  • Toccando con le mani non lavate bocca, naso e occhi.

Il metodo più utile per ridurre le probabilità di contagio è quello di lavarsi frequentemente le mani. Ancora, l’uso di mascherine può essere d’aiuto, ma sull’efficacia di questi dispositivi non vi è accorto: servono infatti soluzioni “sigillanti”, ovvero che non lascino aperture a lato della bocca come nel caso delle comune soluzioni chirurgiche, dotate di appositi filtri.

Per quanto riguarda il periodo di incubazione, invece, l’OMS segnala una finestra dai 2 agli 11 giorni tra il primo contatto con il virus e l’apparizione dei sintomi, lasso di tempo che può arrivare anche ai 14 giorni. La durata è variabile a seconda della gravità dell’infezione e della risposta del sistema immunitario dell’individuo colpito.

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