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Filaria gatto: sintomi, cause e cure

Forse non lo sai ma, se anche più raramente rispetto al cane, anche il gatto può prendere la filariosi cardiopolmonare. Come accade per il furetto, anche nel gatto bastano poche filarie per danni anche molto gravi alla salute. In questo articolo vediamo cause, sintomi e terapie suggerite per il trattamento.

Filaria gatto: sintomi, cause e cure

Anche i mici possono prendere la filariosi cardiopolmonare. Solo che la filaria nel gatto è molto più rara in quanto il gatto è più resistente e non è l’ospite definitivo preferenziale di questo nematode. Per contro, però, esattamente come nel furetto, altra specie altamente suscettibile alla filariosi, bastano poche filarie per causare gravi danni cardiaci nel gatto con anche morte improvvisa.

Ma come fa il gatto a prendere la filaria? E come si cura?

Cause della filaria nel gatto

Filaria cardiopolmonare gatto

Esattamente come nel cane, la filariosi cardiopolmonare nel gatto (il termine filaria nel gatto indica la presenza del parassita nel micio, mentre la malattia tecnicamente sarebbe la filariosi) è provocata dall’infestazione da Dirofilaria immitis.

Trattasi di un nematode che normalmente riconosce il cane e il furetto come ospiti definitivi. Tuttavia in aree endemiche, dove il tasso di zanzare e di filaria è alto, è possibile che anche qualche gatto si infetti. Tuttavia è bene sottolineare che il gatto non solo è maggiormente resistente di suo alla filaria, ma attrae anche di meno le zanzare rispetto al cane.

Modalità di trasmissione della filaria nel gatto

Il gatto può prendere la filaria nello stesso modo in cui la contrae il cane, la modalità di trasmissione è la medesima. Una zanzara infetta punge il gatto, gli trasmette le microfilarie e queste migrano fino al cuore dove si sviluppano gli adulti.

Tuttavia qualche piccola differenza c’è rispetto ai cani. Non essendo il gatto il reservoir naturale della filaria, difficilmente le filarie adulte arrivano a riprodursi.

Il che vuol dire che la microfilaremia non è sempre presente nei gatti. Inoltre la durata di vita della Dirofilaria immitis in un gatto è di soli 2-3 anni, mentre nel cane arriva anche a 5-6 anni.

Un’altra importante differenza è che essendo il cuore del gatto più piccolo, bastano anche solo poche filarie per causare gravi danni cardiaci al gatto, fino ad arrivare a morte improvvisa anche con soli 2-3 parassiti nel cuore. E comunque sia nel gatto e nel furetto le infestazioni sono sempre basate su pochi esemplari di parassiti.

Sintomi della filaria nel gatto

Come detto sopra, anche pochi parassiti nel cuore del gatto possono provocare sintomi molto gravi. Molto spesso i gatti infestati muoiono improvvisamente non solo prima che sia stato possibile fare terapia, ma anche prima che si sia riusciti a emettere una diagnosi.

Gli scompensi cardiaci nei gatti con filaria sono gravi e improvvisi. Inoltre l’infestazione si accompagna spesso a una forte risposta immunitaria, con aumento degli eosinofili. Spesso i sintomi di filaria nel gatto sono aspecifici. Si va da gatti apparentemente asintomatici a fatti con forme iperacute.

Le forme iperacute o acute di filaria nel gatto di solito indicano che nel circolo arterioso polmonare sono arrivate le L4 o che i parassiti adulti stanno morendo, causando tromboembolismo polmonare.

In questo caso avremo gravi sintomi respiratori, gastroenterici, cardiovascolari e neurologici, con spesso morte improvvisa senza alcun sintomo prima. Particolare preoccupazione desta la sindrome della vena cava. Come nel cane il micio presenta dispnea, soffio cardiaco ed emoglobinuria.

Fra i sintomi acuti abbiamo:

  • dispnea
  • emottisi
  • collasso
  • vomito
  • diarrea
  • forte abbattimento
  • cecità
  • ittero
  • convulsioni
  • morte

Le forme croniche, invece, sono più rare e sono caratterizzate soprattutto da sintomi respiratori o gastroenterici. Praticamente mai si hanno forme di insufficienza cardiaca destra congestizia come nel cane. Fra i sintomi cronici abbiamo:

  • anemia
  • tosse
  • dispnea
  • vomito
  • diarrea
  • abbattimento
  • anoressia
  • dimagramento
  • cachessia
  • chilotorace

Diagnosi della filariosi cardiopolmonare nel gatto

Filariosi gatto

Non è facile fare diagnosi di filaria nel gatto. Nel gatto i test antigenici non sono molto sensibili. Questo perché tali test cercano gli antigeni prodotti dai parassiti femmine. Solo che nei gatti i parassiti sono così pochi o spesso sono solo maschi o non arrivano proprio alla vita adulta che finiscono col dare falsi negativi.

Il test anticorpale, invece, rischia di avere molti falsi positivi in quanto indicano il contatto col parassita, ma non per forza lo sviluppo della forma adulta. Inoltre non sono infrequenti i falsi negativi.

Neanche la ricerca della microfilaremia serve, perché nel gatto è spesso transitoria. Più utili le radiografie e, soprattutto, l’ecocardiografia. Quest’ultima con annessa visita cardiologica per stadiare la malattia e capire l’entità del danno cardiaco subito.

Come si cura la filariosi nel gatto? Cenni di terapia

Partiamo dalla prevenzione. Gatti che vivono in aree endemiche possono tranquillamente fare profilassi e prevenzione usando molecole come l’ivermectina, la selamectina, la milbemicina o la moxidectina. La somministrazione mensile, tramite compresse per via orale o tramite l’applicazione di spot on, previene lo sviluppo delle filarie adulte avendo azione microfilaricida.

In pratica queste molecole uccidono le microfilarie prima che arrivino nel cuore e diventino adulte. Anche nel gatto non esiste nessun vaccino contro la filaria.

Veniamo ora alla terapia. Dunque, nel gatto la terapia macrofilaricida con melarsomina dicloridrato non può essere fatta: questa terapia, specie nelle infestazioni severe, ha un alto rischio di tromboembolismo collegato alla morte contemporanea di tutte le filarie. Inoltre il farmaco non è sicuro nella specie felina.

Anche la terapia microfilaricida basata sulla somministrazione per 2-3 anni di ivermectina non sempre funziona: anche qui il rischio di tromboembolismo è sempre dietro l’angolo, con l’aggravante che è difficile far stare a riposo un gatto. Questo anche quando l’ivermectina è associata alla doxiciclina per uccidere la Wolbachia, simbionte della filaria.

Molto rischiosa anche la terapia chirurgica. Per tali motivi nei gatti si effettua terapia di sostegno anche con cortisonici, per via di tutta quella reazione immunitaria, in modo da tenere i sintomi sotto controllo fino a quando il parassita non muore di morte naturale. Il tutto sperando, però, che nel frattempo non ci siano fenomeni di tromboembolismo spontanei, molto frequenti nei gatti con filariosi.

Per questo motivo, se vivete in zone endemiche, chiedete consiglio al vostro veterinario in modo da attuare la prevenzione più efficace per i vostri gatti.

La filaria nel gatto è contagiosa per l’uomo?

Come detto nel cane, la Dirofilaria immitis colpisce l’uomo ma raramente. Solo che negli esseri umani non sviluppa forme simili alla filaria nel gatto perché difficilmente la filaria diventa adulta e raramente si insedia nel cuore umano.

 

Fonti

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