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Da oggi essere licenziati e molto più facile. La nuova sentenza della corte di Cassazione fa tremare tutti i lavoratori dipendenti.
Ti sei mai chiesto quali gesti apparentemente innocui e innocenti potrebbero costarti il tuo posto di lavoro? Con la nuova decisione della corte di Cassazione, forse, è bene pensarci un po’ di più. La Cassazione ha chiarito la posizione di alcuni quadri prendendo decisioni che hanno fatto tremare tutti i lavoratori dipendenti. Risulta possibile essere licenziati per una pausa pranzo di troppo o eccessive uscite anticipate? La risposta che fa paura a molte persone è: si. Ma vediamo in quali casi questo è possibile e chi è realmente in pericolo.
Licenziati per pause pranzo troppo lunghe: la sentenza della corte di Cassazione che fa tremare tutti
Questa sentenza riguarda i quadri aziendali. Il quadro ha una posizione intermedia tra gli impiegati semplici e i dirigenti d’azienda: si tratta quindi di un ruolo che ha una certa responsabilità e anche una certa autonomia in più rispetto ad un semplice dipendente impiegato. Lo stato di figura di mezzo rende spesso difficile capire quali siano gli obblighi e i doveri dei quadri. Ad esempio: è possibile prolungare la pausa pranzo o un’uscita anticipata dall’ufficio senza un apparente giustificazione? La corte di Cassazione chiarisce che anche i quadri devono rispettare l’orario di lavoro, anche si occupano una posizione più elevata rispetto all’impiegato semplice.

Le pause pranzo allungate arbitrariamente sono punibili con il licenziamento a meno che non ci sia una giusta causa comprovata, per esempio medica. Questo perché si configura una vera e propria violazione contrattuale anche se si ricopre il ruolo di quadri. Questa qualifica non esonera dal rispetto degli orari di lavoro. La continua violazione delle regole sugli orari può compromettere la propria posizione in azienda e costare il posto di lavoro alla persona che perpetra l’illecito.
Ci sono naturalmente delle eccezioni in cui il quadro può essere escluso dai vincoli sull’orario. La Cassazione nell’ordinanza numero 9081 del 6 aprile 2025 ha stabilito che il quadro è soggetto rispetto dell’orario salvo determinate condizioni. Questa determinata condizione può essere ad esempio un’autonomia gestionale piena, un potere rappresentativo o delle responsabilità comparabili a quelle dirigenziali e che il tutto sia regolarmente registrato sul contratto di lavoro. In questa specifica causa in cui è entrata la corte di Cassazione il lavoratore quadro aveva continuato a raddoppiare la durata della sua pausa in maniera arbitraria pur sapendo di dover osservare l’orario stabilito dal contratto. Il licenziamento è stato dunque dovuto alla reiterazione del comportamento illecito e anche dalla gravità dell’inadempienza.