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Salame di cinghiale, allerta salmonella: i lotti a rischio

Salame di cinghiale a rischio salmonella, i lotti e le confezioni a rischio secondo le indicazioni fornite dal Ministero della Salute.

Salame di cinghiale, allerta salmonella: i lotti a rischio

Allerta salmonella per alcuni lotti di salame di cinghiale a marchio Renzini. A diffondere l’avviso è il Ministero della Salute, che ha indicato le informazioni utili per riconoscere le confezioni da non acquistare/consumare.

A rischio salmonella sono le confezioni di salame di cinghiale Pepe Nero a marchio Renzini, di provenienza umbra. Il prodotto è commercializzato dalla Renzini Spa, con sede dello stabilimento in via D. Renzini 2 – 06019 Montecastelli (PG).

Il lotto di produzione da non acquistare o consumare è il numero 61104910, con data di scadenza o termine minimo di conservazione al 24/04/21. Le confezioni oggetto del richiamo sono da circa 200 grammi. Come avvisato dal Ministero, possibile presenza del batterio salmonella (gruppo C1). Di seguito le indicazioni per tutelare la sicurezza alimentare dei consumatori:

Si richiede il richiamo del prodotto, con comunicazione al consumatore di non utilizzare il prodotto e di riportarlo ai punti vendita.

Salmonella, gli alimenti a rischio oltre al salame di cinghiale

Il batterio della salmonella è un agente patogeno che può portare alla salmonellosi, una tossinfezione che può portare a sintomi anche piuttosto gravi. Disidratazione, diarrea, nausea, dolori addominali, febbre sono i tratti tipici di questa patologia. Nei casi di maggiore gravità può sfociare anche in infezioni alle ossa e meningiti.

Come riportato sul sito dell’ISS la salmonellosi può essere veicolata da diversi alimenti, non soltanto dal salame di cinghiale. Ecco l’elenco presente sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità:

  • Carne e derivati (specialmente se poco cotti);
  • Uova crude (o poco cotte) e derivati a base di uova;
  • Latte crudo e derivati del latte crudo (compreso il latte in polvere);
  • Frutta e verdura (angurie, pomodori, germogli di semi, meloni, insalata, sidro e succo d’arancia non pastorizzati), contaminate durante il taglio;
  • Salse e condimenti per insalate;
  • Preparati per dolci, creme;
  • Gelato artigianale e commerciale.

Fonte: Ministero della Salute

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