Donazione mascherata: un rischio giuridico e fiscale da non sottovalutare- Greenstyle.it
Torna il super Bonus anche nel 2026: puoi rifare casa e la metà delle spese le paghe lo Stato. Cosa c’è da sapere.
La proroga del Bonus Mobili è ufficiale e confermata dal Governo nella bozza della Legge di Bilancio attualmente in esame al Parlamento.
Questa importante misura fiscale, volta a incentivare l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici in abbinamento a interventi di ristrutturazione edilizia, sarà valida anche per tutto il 2026.
La proroga del Bonus Mobili nel 2026: chi ne può usufruire e come
L’agevolazione consente di ottenere una detrazione Irpef pari al 50% sulle spese sostenute per l’acquisto di arredi nuovi, fino a un tetto massimo di 5.000 euro, ripartiti in 10 rate annuali di pari importo. Possono beneficiare della detrazione tutti coloro che effettuano acquisti entro il 31 dicembre 2026, ma è imprescindibile che l’immobile sia oggetto di lavori di recupero del patrimonio edilizio iniziati almeno dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto.
Tra i requisiti fondamentali, si sottolinea che la data di avvio degli interventi edilizi deve precedere quella dell’acquisto dei beni, sebbene non sia necessario che le spese per la ristrutturazione siano state sostenute prima di quelle per l’arredo. La prova dell’inizio lavori può essere fornita mediante abilitazioni amministrative, comunicazioni preventive all’Asl (ove obbligatorie) o, in assenza di titoli abilitativi, tramite una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. Non è prevista alcuna distinzione tra prima e seconda casa per usufruire del bonus mobili, a differenza di quanto avviene per il bonus ristrutturazione o l’ecobonus.
Per poter accedere al Bonus Mobili, è necessario aver effettuato uno dei seguenti lavori sull’unità immobiliare:
- Manutenzione straordinaria (come il rifacimento degli impianti o lo spostamento di tramezzi);
- Restauro e risanamento conservativo;
- Ristrutturazione edilizia;
- Ripristino di immobili danneggiati da eventi calamitosi.
Non danno diritto all’agevolazione gli interventi di manutenzione ordinaria come la semplice tinteggiatura o la sostituzione del pavimento, a meno che non facciano parte di un intervento più ampio di ristrutturazione. Un’eccezione è prevista per i condomini: nelle parti comuni, infatti, anche la manutenzione ordinaria dà diritto al bonus per mobili ed elettrodomestici destinati agli spazi condivisi, come lavanderie condominiali o scale. L’agevolazione riguarda esclusivamente l’acquisto di mobili nuovi quali letti, divani, tavoli, librerie, materassi e apparecchi di illuminazione. Sono inclusi anche i grandi elettrodomestici, a condizione che rispettino stringenti requisiti di efficienza energetica:
- Forni di classe almeno A;
- Lavatrici, lavasciuga e lavastoviglie di classe almeno E;
- Frigoriferi e congelatori di classe almeno F.

Sono invece esclusi dal bonus porte, pavimentazioni, tende e complementi d’arredo non espressamente menzionati. Possono richiedere il Bonus Mobili non solo i proprietari, ma anche usufruttuari, affittuari, soci di cooperative e familiari conviventi che hanno sostenuto le spese per l’acquisto dei beni. Un requisito imprescindibile è che chi acquista mobili ed elettrodomestici sia la stessa persona che ha sostenuto le spese per i lavori di ristrutturazione.
Per quanto riguarda il pagamento, è obbligatorio utilizzare strumenti tracciabili: bonifico bancario o postale (con indicazione della causale, del codice fiscale del beneficiario della detrazione e del codice fiscale o partita IVA del fornitore) oppure carta di credito o di debito. Sono esclusi i pagamenti in contanti o con assegni.
La proroga del Bonus Mobili rappresenta dunque un’opportunità concreta per chi intende rinnovare l’arredo della propria abitazione o dei locali condominiali, con un significativo risparmio fiscale, in un momento in cui il settore dell’edilizia e dell’arredamento continua a giocare un ruolo chiave nella ripresa economica nazionale.
