Pensioni 2026, rivoluzione totale in arrivo: fino a 2450 euro, ecco a chi spetteranno gli aumenti -greenstyle.it
L’avvio del 2026 porterà con sé una rivoluzione delle pensioni, un tema da sempre al centro di aspre discussioni e interventi giuridici.
L’attenzione di milioni di pensionati italiani si concentrerà sul tasso di rivalutazione che verrà applicato a partire da gennaio 2026. Il meccanismo di aggiornamento degli assegni sarà strettamente legato al tasso di inflazione certificato dall’ISTAT.
Questo sistema, già noto, prevede però una differenziazione negli aumenti, con forme di rivalutazione parziale per determinate fasce di pensione.
Pensioni 2026, rivoluzione totale in arrivo: fino a 2450 euro, ecco a chi spetteranno gli aumenti
A differenza di quanto accaduto in passato, le riduzioni non saranno così pesanti da far scattare nuove questioni costituzionali, ma comunque non tutti i pensionati godranno di aumenti pieni. Il limite di riferimento per la rivalutazione al 100% sarà fissato intorno a 2.420 euro mensili.

Le simulazioni diffuse dall’INPS nelle settimane scorse indicano una variazione dell’inflazione attorno all’1,4-1,6% per il 2025, con una stima più probabile intorno all’1,5%. Tale tasso, qualora confermato, sarà alla base del calcolo degli aumenti nel prossimo anno.
La rivalutazione delle pensioni al 100% del tasso d’inflazione sarà garantita per gli assegni fino a circa 2.450 euro mensili. Questo significa che chi percepisce un trattamento inferiore o pari a questa soglia vedrà un aumento pieno, che nel caso di un’inflazione all’1,5% porterebbe a un rialzo proporzionale. Per i trattamenti superiori, invece, gli incrementi saranno parziali e differenziati in due scaglioni:
- Per la parte di pensione che eccede i 2.450 euro ma resta entro cinque volte il trattamento minimo INPS, l’aumento sarà pari al 90% del tasso di inflazione;
- Per la quota che supera tale limite, la rivalutazione sarà ridotta al 75% dell’inflazione.
Ad esempio, un pensionato con un assegno mensile di 2.400 euro potrà aspettarsi un aumento dall’1,5% pieno, portando la pensione a circa 2.436 euro. Chi percepisce 3.000 euro, invece, vedrà l’incremento pieno solo fino a 2.450 euro, mentre sulla parte eccedente si applicherà la rivalutazione ridotta, con un aumento totale inferiore a 45 euro.
Un altro elemento cruciale per il 2026 riguarda l’aggiornamento del trattamento minimo INPS, attualmente fissato a 603,40 euro mensili. Con una rivalutazione all’1,5%, questa soglia salirebbe a circa 612,45 euro, con conseguenze dirette sui criteri di perequazione.
Infatti, il trattamento minimo è il parametro da cui derivano le fasce di rivalutazione delle pensioni più alte. L’aumento di questa soglia comporta dunque una modifica sostanziale nel calcolo degli incrementi, rendendo più articolato il meccanismo di adeguamento degli assegni. Un passo importante dunque che potrebbe incidere significativamente sul sistema pensionistico.
