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Pandano: proprietà e come si mangia

Il pandano è una famiglia di piante dall'origine asiatica: in cucina si impiegano le foglie, ma è scelto anche per le sue proprietà come rimedio naturale.

Pandano: proprietà e come si mangia

Fonte immagine: Pixabay

Noto sin da tempi antichi in Asia, dove rappresenta sia un diffuso rimedio naturale che un valido alleato in cucina, il pandano negli ultimi anni sta conquistando sempre più consumatori occidentali. Forse merito anche dalla rilevanza social e dall’impiego da parte di alcuni famosi chef, questo alimento è sempre più richiesto, soprattutto come pianta aromatizzante. Ma quali sono le proprietà di questo vegetale e, soprattutto, come si mangia?

Prima di cominciare, è bene sottolineare come non sia sempre semplice trovare il pandano sulla grande distribuzione, poiché ancora non largamente diffuso, nonostante la fama acquisita negli ultimi tempi. È più probabile rinvenirlo in negozi specializzati in frutta e verdura esotica o, ancora, direttamente da distributori locali di alimenti biologici. Di seguito, origini, caratteristiche e usi più diffusi.

Pandano: origini e come si mangia

Pandano, frutto

Con il termine Pandanus si identifica un genere di piante appartenente alla famiglia delle Pandanaceae, diffuso in Africa, Asia, Oceania e oggi rappresentato da più di 600 specie diverse. Noti con i nomi comuni di pandano o pandan, i rappresentanti di queste specie sono impiegati da secoli dalle popolazioni locali per i più svariati scopi, dall’artigianato all’alimentazione, passando per i rimedi della tradizione popolare. Di tutte le varietà, quelle attualmente più diffuse sono il Pandanus fascicularis, il Pandanus utilis e il Pandanus amaryllifolious: dal primo si ricava un olio essenziale, del secondo si ricava una polpa alimentare mentre dell’ultimo, il più gettonato, si usano le brillanti foglie verdi come aromatizzante in cucina.

Date le oltre 600 varietà, gli arbusti di pandano possono presentare delle caratteristiche ben differenziate: alcuni esemplari crescono con fattezze cespugliose e altezze contenute, altri invece possono raggiungere anche i 20 metri. In ogni caso, vi sono delle caratteristiche che, in linea generale, accomunano tutte le specie: il fuso centrale, dritto ed eretto, da cui parte un fascio di lunghe e strette foglie, di intenso colore verde, le une adagiate sulle altre e con un portamento cadente nell’estremità superiore. Quasi tutte le varietà di pandano producono dei frutti, lontanamente affini all’ananas, anche se della pianta vengono generalmente consumate le parti verdi.

Così come già accennato, dal Pandanus utilis si ricava una polpa alimentare, solitamente consumata dopo la cottura. Del Pandanus amaryllifolius, invece, si usano le foglie come aromatizzante, alla stregua di altre erbe aromatiche più diffuse. Grazie a un sapore che ricorda la vaniglia e le mandorle, queste foglie vengono impiegate per i più svariati scopi culinari, soprattutto in Indonesia, Thailandia e Malesia: si possono utilizzare per adagiare i cibi, ad esempio, per avvolgere le carni prima della cottura e, ancora, per aromatizzare bevande come il latte di cocco o consumate lessate. Nei Paesi d’origine le foglie vengono scelte fresche, mentre sulla grande distribuzione è più probabile trovarle essiccate o come soluzione in polvere.

Pandano: proprietà

Pandano

Al pandano, in particolare alle foglie del Pandanus amaryllifolius, sono state associate nei secoli le più svariate proprietà, sebbene non tutte abbiano poi trovato controprova a livello scientifico. Il vegetale viene infatti largamente impiegato come rimedio naturale per combattere i più svariati disturbi: viene considerato un buon lassativo dato l’elevato contenuto in fibre, lo si usa direttamente sulle scottature per donare immediato sollievo, sia in foglie che infuso viene quindi tamponato sulla pelle per ridurre prurito, arrossamenti ed eruzioni cutanee di vario tipo. Naturalmente, prima di impiegarlo a questi scopi è sempre utile chiedere il parere al medico o al proprio specialista di fiducia.

In cucina, proprio perché principalmente scelto come aromatizzante, l’apporto nutritivo e calorico è pressoché trascurabile: la quantità impiegata nelle ricette è ridotta – tant’è che nella maggior parte dei casi viene scelto come cestino naturale su cui adagiare i cibi prima della cottura – di conseguenza non influisce sul calcolo delle calorie nella normale dieta. Al momento, non sembra siano stati estensivamente studiati eventuali controindicazioni ed effetti collaterali, di conseguenza si deve consigliare un ricorso con cautela ai soggetti ipersensibili.

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