Un tesoro nascosto sotto il Monte (www.greenstyle.it)
Un isola continua a stupire con le sue meraviglie sotterranee grazie alle recenti esplorazioni nel sistema carsico di Su Palu.
La grotta di Su Palu, situata nel territorio di Urzulei, si connota come il fulcro di un complesso sistema carsico che si sviluppa per oltre 70 chilometri, configurandosi come la grotta più estesa d’Italia. Questo sistema comprende inoltre la grotta di Monte Longos a valle, la grotta di Su Molente e il complesso del Bue Marino, già collegati tra loro da esplorazioni effettuate negli ultimi decenni.
L’impresa più recente, compiuta il 3 giugno 2025, ha visto protagonisti i tre speleosub Daniele Maugeri, Enrico Seddone e Marcello Moi, membri della Commissione Speleosubacquea della Federazione Speleologica Sarda. Dopo un’immersione tecnica e impegnativa, hanno scoperto il passaggio subacqueo che collega la grotta di Monte Longos alla grotta di Su Molente, completando così un anello di comunicazione sotterranea che unisce l’intero sistema carsico della Codula Ilune.
Questa congiunzione segna un traguardo storico, raggiunto dopo oltre 25 anni di esplorazioni e decine di spedizioni organizzate. Tra i protagonisti delle tappe precedenti si ricordano speleologi come Roberto Loru e Leo Fancello, insieme a gruppi internazionali, che hanno gradualmente ampliato la mappa di questa complessa rete ipogea. La scoperta di Su Molente nel 2007 e la successiva connessione con il Bue Marino nel 2013 avevano già aperto nuovi scenari esplorativi, ma solo ora il sistema si presenta unito e misurato con precisione.
Le sfide tecniche e la logistica delle esplorazioni subacquee
La realizzazione di questa congiunzione è stata possibile grazie a una meticolosa preparazione durata quasi un anno, che ha coinvolto più di cento speleologi e speleosub provenienti da tutta la Sardegna, con la partecipazione di esperti che hanno supportato le attività di immersione e la gestione logistica. Sono state effettuate otto uscite organizzative per installare linee telefoniche dalla superficie fino ai sifoni più profondi, aggiornare i sistemi di ancoraggio e trasportare materiali essenziali per garantire la sicurezza e la continuità delle immersioni.
Il percorso ha richiesto il superamento di numerosi sifoni, passaggi sommersi che rappresentano ostacoli tecnici complessi, e lunghi tratti aerei interni alla grotta, spesso percorsi con bombole e attrezzature pesanti. Nonostante un guasto tecnico che ha costretto uno dei membri della squadra, Pier Paolo Porcu, a interrompere l’esplorazione, gli altri tre speleosub hanno proseguito con determinazione, raggiungendo infine la galleria sommersa di Su Molente a 26 metri di profondità.
L’emozione di trovare la sagola guida lasciata da esploratori cechi pochi anni prima e di poterla collegare alla propria ha rappresentato la conferma definitiva della congiunzione, dando vita a un sistema sotterraneo continuo di circa 70 chilometri.

Dietro al successo di queste esplorazioni c’è una forte collaborazione tra la Federazione Speleologica Sarda, la Commissione Speleosubacquea e il Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna. Quest’ultimo ha fornito supporto cruciale con ponti radio, materiali sanitari e personale medico, garantendo la massima sicurezza per tutte le fasi dell’impresa.
Le attività non si esauriscono nelle immersioni: un gruppo di speleologi si occupa della mappatura dettagliata delle gallerie, mentre altri gestiscono il trasporto dei materiali e la logistica al campo base di Teletottes. È stato anche sviluppato un sistema di sensori, noto come “naso”, per monitorare la presenza di gas e verificare eventuali collegamenti aerei tra le varie zone della grotta, un elemento essenziale per pianificare le successive esplorazioni e tutelare l’ambiente ipogeo.
Il progetto integra inoltre la partecipazione di neofiti e appassionati che, sotto la guida di esperti, contribuiscono alla crescita della comunità speleologica sarda, rafforzando il senso di famiglia e di rispetto per questo patrimonio naturale.
La grotta di Su Palu non è solo un sito di interesse scientifico e speleologico, ma rappresenta un simbolo di eccellenza e passione per la Sardegna, capace di attrarre interesse internazionale e di promuovere la conoscenza delle risorse naturali locali con un approccio sostenibile e responsabile.
