IMU seconda casa: adesso l’esenzione è facilissima, basta una sola bolletta -greenstyle.it
L’Imu sulla seconda casa è molto discussa soprattutto per le recenti interpretazioni giuridiche che hanno semplificato l’accesso all’esenzione.
L’Imposta municipale propria (Imu), introdotta nel 2012, è una tassa patrimoniale che grava sui proprietari di immobili, terreni agricoli e aree edificabili. Le aliquote variano a seconda del comune di appartenenza, che può stabilire autonomamente le percentuali da applicare. Tradizionalmente, l’Imu non si applica all’abitazione principale, ma spesso si è discusso della sua applicazione alle seconde case, con numerose eccezioni e casi particolari.
La pronuncia della Corte Costituzionale ha segnato un punto di svolta, soprattutto per le coppie sposate o unite civilmente che vivono in due residenze diverse. Prima della sentenza, la normativa fiscale limitava l’esenzione Imu a una sola abitazione per nucleo familiare, imponendo il pagamento sulla seconda casa anche se abitata da uno dei coniugi. Questo ha generato situazioni di disparità e richieste di rimborso da parte dei contribuenti.
IMU seconda casa: adesso l’esenzione è facilissima, basta una sola bolletta
La Corte ha dichiarato incostituzionale questa disposizione, riconoscendo il diritto all’esenzione per entrambe le abitazioni, purché si verifichi la condizione effettiva di residenza e dimora di uno dei coniugi nella seconda casa, non limitandosi quindi alla mera residenza anagrafica. Questo significa che entrambe le abitazioni possono essere considerate abitazioni principali ai fini dell’esenzione Imu, in presenza di una reale e documentabile dimora.

Un aspetto cruciale per usufruire dell’esenzione riguarda la prova della residenza e della dimora effettiva nella seconda casa. Oltre all’iscrizione anagrafica, è necessario fornire documenti che attestino l’effettiva presenza del nucleo familiare nell’immobile. Tra i principali elementi probatori ci sono:
- la scelta del medico di base riferita all’indirizzo della seconda casa;
- le bollette delle utenze domestiche (acqua, elettricità, gas), che testimoniano i consumi reali durante l’anno.
Questi documenti servono a dimostrare che la casa è abitata e vissuta quotidianamente, requisito fondamentale per l’esenzione. Una volta raccolta la documentazione, il contribuente può presentare la domanda di esenzione o di rimborso direttamente al comune di riferimento. Gli enti locali verificheranno i dati attraverso le proprie banche dati, in particolare controllando i consumi idrici ed energetici per confermare la situazione dichiarata.
Importante sottolineare che la sentenza ha effetto retroattivo, permettendo ai contribuenti di richiedere il rimborso dellere una singola bolletta attestante i consumi, come quella dell’energia elettrica o dell’acqua, per dimostrare la somme versate a titolo di Imu dalla data della pronuncia (ottobre 2022). La richiesta può essere presentata entro un termine massimo di cinque anni dal pagamento.
La novità più significativa introdotta dalla sentenza e dalle successive circolari ministeriali è la semplificazione delle procedure di esenzione. Oggi, per usufruire dell’esenzione Imu sulla seconda casa, spesso è sufficiente presentadimora effettiva.
