Greenstyle Ambiente Animali Gatti e uccisione di uccellini: in corso uno studio

Gatti e uccisione di uccellini: in corso uno studio

Uno studio Oltremanica cerca di capire quali siano le abitudini di caccia del gatto, per sviluppare modelli di conservazione per le specie a rischio.

Gatti e uccisione di uccellini: in corso uno studio

I gatti sono degli abilissimi cacciatori: si tratti di un uccellino oppure di un piccolo roditore, i simpatici felini domestici non si lasciano sfuggire una preda. Tanto che, in tempi recenti, si è ipotizzato che la crescita esponenziale della popolazione di gatti possa mettere a rischio alcune specie di volatili. È il caso del Giappone, dove si è avviata una campagna di adozioni per ridurre le uccisioni di animali rari dalle isole, ma anche dell’Australia, ultimamente al centro delle polemiche per aver optato per la soppressione di oltre 2 milioni di esemplari selvatici nei prossimi anni. Ma quanti uccellini davvero vengono uccisi dai gatti? E perché? Un nuovo studio cerca di capirne di più sul comportamento degli amici a quattro zampe.

I ricercatori dell’Università di Aberystwyth stanno conducendo uno studio volto a stabilire perché il gatto si lanci nella cattura di animali selvatici, anche in assenza di un preciso stimolo alla fame, come nel caso dei ben nutriti felini domestici. Inoltre, vogliono comprendere quali siano le prede più a rischio, in quale locazione e perché lo siano, così da costruire dei modelli di conservazione più efficaci. Lo studio sta coinvolgendo oltre 400 proprietari nel Galles, negli Stati Uniti e in Norvegia: ai partecipanti è chiesto di monitorare i loro felini, segnalando poi quanti animali abbiano ucciso, di quale specie, in che luogo e ipotizzandone una motivazione.

Henriette Wisnes, una delle studentesse che stanno conducendo la ricerca, spiega perché sia importante studiare questo comportamento animale: soprattutto per scoprire la ragione che spinge i gatti a catturare prede, in assenza di istinti come quello della fame. E spuntano già le prime ipotesi, così come sottolinea il dottor Rupert Marshall, supervisore del progetto.

Abbiamo sostituito alcuni dei loro istinti predatori. Sebbene l’attività umana abbia rimosso molti dei grandi predatori in gran parte dell’Europa occidentale, abbiamo sostituito alcuni dei loro effetti attraverso la nostra predilezione per i gatti. Gli umani influenzano il loro ambiente in una varietà di modi, dal rumore all’inquinamento, alla modifica degli habitat e del clima. Gli animali domestici sono solo un altro elemento sulla lista. Quello che stiamo cercando di capire è se i gatti scelgano le specie più comuni, le più facili da catturare, qualsiasi preda disponibile, oppure stiano cercando qualche tipo particolare di proteina. Al momento, non lo sappiamo.

Sebbene i dati siano solo allo stadio preliminare, è emerso come alcuni gatti dimostrino delle preferenze, anche in relazione alla loro posizione geografica. Identificare chiaramente quali specie preferiscano, permetterà di scoprire quelle più a rischio e agire di conseguenza.

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