
Il nuovo Papa - greenstyle.it
Dopo giorni di attesa, la fumata bianca ha finalmente annunciato al mondo l’elezione del nuovo Pontefice.
Una tradizione antichissima che, ancora oggi, emoziona milioni di fedeli e spettatori in tutto il mondo. Il nuovo Papa, il 267º della storia della Chiesa cattolica, è stato eletto dai cardinali riuniti in Conclave nella Cappella Sistina, dando inizio a un nuovo capitolo per il Vaticano.
Ma perché proprio una fumata bianca? E cosa significa davvero questo segnale così simbolico? Il sistema delle fumate nasce da una necessità pratica: comunicare all’esterno dell’area del Conclave, in modo semplice e immediato, l’esito delle votazioni. Durante il Conclave, i cardinali votano più volte al giorno per eleggere il nuovo Papa. Al termine di ogni votazione, le schede vengono bruciate in una stufa collegata a un comignolo visibile da Piazza San Pietro. Se l’elezione non ha avuto esito positivo, il fumo che esce è nero: è la fumata nera, segno che ancora non si è raggiunto l’accordo necessario. Se invece un candidato raggiunge i due terzi dei voti, viene eletto Papa, e il fumo che si alza è bianco.
Fumata bianca: chi è il nuovo Papa
In poco più di 24 ore, dal pomeriggio di ieri fino alle 18 di oggi, sono bastate quattro votazioni per eleggere il nuovo Papa. Un tempo perfettamente in linea con quello dei precedenti Conclavi. Nella storia recente, anche Albino Luciani, Papa Giovanni Paolo I — che regnò solo 33 giorni — fu eletto al quarto scrutinio, il 26 agosto 1978. Lo stesso avvenne per Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, eletto il 19 aprile 2005, sempre al secondo giorno di Conclave.

Diverso il caso di Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco, per il quale nel 2013 fu necessaria una votazione in più: la fumata bianca arrivò infatti in serata, al termine del quinto scrutinio. Il nuovo Papa è Robert Francis Prevost.
I Conclavi più rapidi dell’epoca moderna restano comunque quelli del 1878, che elesse Papa Leone XIII, e del 1939, con l’elezione del cardinal Eugenio Pacelli, futuro Pio XII: in entrambi i casi bastarono solo tre scrutini. Il più lungo, invece, fu quello del 1922: durò cinque giorni e si concluse solo dopo 14 votazioni con l’elezione di Papa Pio XI.
La fumata bianca, dunque, è il segnale che il nuovo Vescovo di Roma è stato scelto. Un segnale che unisce tradizione e spiritualità, ma anche una forte carica emotiva: quando dal comignolo esce il fumo chiaro e leggero, la folla esplode in un applauso, spesso accompagnato dalle campane di San Pietro. È un momento che tocca credenti e non credenti, in cui si percepisce la portata storica di quell’istante.
Oggi, nonostante la tecnologia e i mezzi di comunicazione moderni, la Chiesa ha scelto di mantenere questa modalità antica, che affonda le radici nei secoli passati. La fumata è più di un semplice segnale visivo: è un rito, un simbolo di continuità, di mistero e di fede.
Con la fumata bianca, si apre ufficialmente il pontificato del nuovo Papa, che tra poche ore si affaccerà dal balcone della Basilica di San Pietro per il celebre “Habemus Papam”. In quel momento, milioni di persone conosceranno il suo nome, la sua storia e, soprattutto, inizieranno a intravedere quale direzione prenderà la Chiesa sotto la sua guida.