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Ecodotti: cosa sono e dove si trovano

Avete mai sentito parlare degli ecodotti? Sono passaggi o percorsi faunistici che le diverse specie possono attraversare in sicurezza evitando i rischi di strade e percorsi tracciati dall'uomo. Ne esistono di diverse tipologie, adatte al passaggio di differenti specie animali. Ma in Italia ce ne sono? E se sì, dove sono?

Ecodotti: cosa sono e dove si trovano

Mai sentito parlare degli ecodotti? Si tratta di passaggi faunistici, noti anche come passaggi per la fauna selvatica: sono delle infrastrutture artificiali costruite dall’uomo per permettere alle diverse specie animali di poter attraversare in sicurezza strade, autostrade o anche ferrovie. Ne esistono di diversi tipi, differenti a seconda della specie animale a cui sono destinati.

Tecnicamente gli ecodotti propriamente detti sono i sovrappassi a uso esclusivo della fauna.

Cosa sono gli ecodotti

ecodotti anatre

Lo scopo di questi ecodotti è evidente: realizzare percorsi e tragitti che permettano agli animali selvatici di attraversare in sicurezza strade e rotaie in modo da evitare di essere investiti da veicoli di passaggio.

Nel caso di ecodotti si parla di mitigazione attiva, da differenziare dalla mitigazione passiva che consiste di creare barriere per impedire l’accesso degli animali a carreggiate o binari. Con la mitigazione attiva, invece, si creare un passaggio in sicurezza che permetta agli animali di oltrepassare senza rischi questi ostacoli, riducendo contemporaneamente anche il rischio di incidenti stradali.

Le caratteristiche per la creazione di passaggi del genere dipendono sia dall’ubicazione, sia dalle specie animali a cui sono destinate:

  • anfibi: sono estremamente colpiti da morie a causa di investimenti automobilistici. Questo perché rane e rospi compiono migrazioni riproduttive stagionali che li portano a cercare di oltrepassare qualsiasi ostacolo. Da qui la necessità di creare strutture per permettere loro un passaggio in sicurezza
  • rettili: solitamente richiedono la creazione di passaggi con substrati naturali ampi e lunghi, posti a livello del terreno e con vegetazione nel punto di ingresso che funga da riparo
  • piccoli mammiferi: tendono a usare qualsiasi tipo di struttura, poco importa il materiale con cui è costruita. Sono ostacolati solo dall’acqua. Ma ci sono eccezioni. Ricci e scoiattoli hanno al tendenza ad attraversare direttamente la strada, a volte bypassando sovra e sottopassi. Anche i ricci tendono a uttarsi direttamente in strada. I conigli e le lepri pure sono selettivi, evitano i sottopassi più piccoli e i tunnel in lamiera, preferendo tombini che diano una buona visibilità della parte opposta. I carnivori, invece, vogliono una buona vegetazione di copertura all’ingresso e non usano mai passaggi coperti da acqua. In particolare, la volpe vuole tunnel ampi con ampia visibilità, mentre la lontra vuole comunque un substrato laterale secco. Il lupo tende a preferire i sovrappassi, spesso buttandosi direttamente in strada. Ancora più difficile per gli ungulati che prediligono sempre gli stessi tragitti ed evitano le strutture usate dall’uomo.

Tipi di ecodotto

Esistono diverse tipologie di passaggi per la fauna:

  • tombini di drenaggio: tombini a sezione circolare che drenano le acque di ruscellamento. Se modificati, permettono il passaggio della fauna.
  • sottopassi scatolari idraulici: in origine sono strutture deputate al passaggio di piccole quantità d’acqua da canali irrigui, fossi o fiumiciattoli. Ma modificati, permettono il passaggio della fauna
  • sottopassi stradali: si usano in caso di strade i campagna o nelle foreste, meglio se non asfaltate. Sono di grandi dimensioni, minimo di 5-7 metri e sono perfetti per gli ungulati
  • i sottopassi a uso esclusivo faunistico: sono scatolari creati esclusivamente per il passaggio di ungulati e grossi carnivori. Sono molto costosi, dunque sono costruiti solo in punti ben precisi, dove ci siano specifiche rotte migratorie
  • passaggi per anfibi: ce ne sono di diversi tipi, soprattutto sistemi di tubi in cemento variamente combinati con legno o metlalo. Possono essere bidirezionali o monodirezionali (in questo caso se ne affiancano due, chiudendo uno dei due accessi per parte)
  • sovrappassi stradali: anche in questo caso si realizzano sopra strade a basso traffico o in piste forestali o di campagna. Bisogna costruirli in modo che gli animali che vi transitano sopra non possano vedere le luci dei veicoli
  • sovrappassi a uso esclusivo per la fauna (gli ecodotti propriamente detti): gi ecodotti propriamente detti sono passaggi ad ampio spettro, destinati al contemporaneo uso di più specie animali. Di dimensioni notevoli, la maggior parte di essi attualmente si trova in Olanda, Svizzera, Germania eFrancia. Sono larghi dai 30 agli 80 metri e sono opere complesse da realizzare, motivo per cui vengono costruiti solamente in aree specifiche
  • canalette di scarpata o scalinata idraulica: lungo i versanti di colline e montagne, dove non vi siano viadotti e ponti, molti animali tendono a cadere nei drenaggi che portano le acqure da monte a valle. Questi drenaggi sono formati da gradoni di altezza notevole: una volta che l’animale vi cade dentro, non riesce più a uscire. Per questo motivo in queste scalinate vengono aperti varchi lateralmente che gli animali possono usare come rampe d’accesso. Inoltre i gradono sono sostituiti con rivestimenti di pietre

Ci sono ecodotti in Italia?

foto di vipere e serpenti

Ecodotti propriamente detti non ce ne sono molti in Italia. Però sono molto famosi i “rospodotti” del Piemonte, più precisamente quelli siti in provincia di Torino. Con tanto di segnaletica di pericolo di “Attraversamento rane”. Particolarmente critici i periodi di febbraio e marzo, cioè quelli della migrazione riproduttiva.

Abbiamo poi diversi ponti verdi, tunnel e sottopassi ad uso faunistico in Friuli Venezia Giulia, il Ponte del Gabibbo e un ponte sopra una superstrada nel Parco Regionale Lombardo del Ticino.

Fonti:

  1. ARPA
  2. Wikipedia

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