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Dorifora della patata: come combatterla

La dorifora è un insetto particolarmente dannoso per la coltivazione della patata in orto: ecco tutti i consigli per combattere questo coleottero.

Dorifora della patata: come combatterla

La coltivazione della patata è una delle più diffuse anche in orti di medie dimensioni, poiché facile da realizzare e gestire nel tempo. Eppure, anche su piccola scala, il piacere dell’autoproduzione di questo tubero potrebbe essere rovinato dalla presenza di insetti e parassiti, tali da distruggere il raccolto. In particolare la dorifora, un coleottero capace di vanificare mesi di impegno e dedizione. Quali sono le caratteristiche di questo insetto e, soprattutto, come combatterlo?

Prima di cominciare, è bene sottolineare come i metodi naturali e domestici per la contenzione della dorifora possano risultare efficaci su infestazioni di piccole o medie dimensioni, mentre sarà necessario chiedere aiuto agli esperti per invasioni più estese. In ogni caso, utile sarà chiedere consiglio al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia.

Dorifora della patata: cosa è?

Dorifora
Fonte: Grisha Bruev via Shutterstock Grisha Bruev via Shutterstock

La Leptinotarsa decemlineata è un insetto dell’ordine dei coleotteri, appartenente alla famiglia delle Chrysomelidae. Originaria del Nord America, in particolare tra il Colorado e il Messico, la dorifora è stata introdotta in Europa verso la fine dell’800 tramite i commerci, mentre i primi avvistamenti in Italia risalgono al 1944. L’insetto, dal corpo arrotondato e coriaceo, nonché striato nelle tonalità del marrone e del giallo, è lungo 10-12 millimetri ed è noto per la capacità distruttiva per i raccolti. In particolare, la dorifora predilige tutte le Solanaceae: ama soprattutto le patate, anche se la sua presenza può essere rinvenute anche su melanzane, pomodori, peperoni e molte altre piante.

La dorifora, oltre a essere particolarmente famelica, è anche del tutto prolifica: la moltiplicazione è davvero veloce, tanto che anche pochi esemplari possono dar vita a un prole di centinaia di larve. Sia le larve che gli adulti sono dannosi per le foglie delle piante colpite: gli insetti sono capaci di consumarle e rimuoverle completamente, agendo come dei veri e propri defogliatori. Questo determina una rapida riduzione dell’attività vitale della pianta che, nel tentativo di compensare alla mancanza con una nuova crescita, spesso laterale, non riesce a sviluppare adeguatamente le proprie radici. Di conseguenza, non raggiungendo sufficiente grandezza, i tuberi coinvolti – quali appunto le patate – non sono adatti al raccolto e al consumo.

Così come già accennato, ogni insetto può dar luogo fino a tre generazioni di larve all’anno: l’infestazione da dorifora, di conseguenza, si estende in modo estremamente rapido.

Consigli e rimedi naturali

Coltivazione patate
Fonte: Pixabay Pixabay

La contenzione della dorifora è fondamentale per la cura dell’orto: come già accennato, anche pochi esemplari possono dar luogo a un’infestazione estesa. Per questo motivo, è necessario agire con la contenzione all’apparizione dei primissimi insetti, così da minimizzarne i danni.

Per contrastare l’insetto, si può ricorrere alla lotta chimica, a quella biologica o all’impiego di strategie colturali. Sul primo fonte, l’impiego di pesticidi e altre sostanze chimiche deve essere realizzato il prima possibile, ovvero all’identificazione dei primi insetti, evitando la fase di fioritura delle piante. Va comunque sottolineato come la dorifora abbia dimostrato negli anni grandi capacità d’adattamento, tanto da poter sviluppare delle resistenze per i composti più usati in passato. Per conoscere quale sostanza sia più indicata al proprio caso, è necessario chiedere consiglio agli esperti o al fornitore di prodotti di botanica di propria fiducia.

Per quanto riguarda la lotta biologica, invece, si è soliti introdurre specie predatrici o parassite, in grado di contenere la diffusione della dorifora. È noto, ad esempio, come l’imenottero parassitoide Edovum puttleri possa limitarne l’espansione, sostituendo le proprie uova con quelle della dorifora. La Lebia grandis, invece, sfrutta le stesse per nutrirsi. Ancora, particolarmente utile si è rivelata la rotazione delle colture, poiché l’insetto tende a scomparire alla mancanza delle sue piante preferite. Sul fronte delle strategie di coltura, oltre alla rimozione manuale dell’insetto, efficace si è rivelata la pacciamatura: impedisce all’insetto di salire dal terreno su fusto e foglie delle piante.

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