Le principali cause del blocco conto corrente e cosa cambia con i nuovi controlli - greenstyle.it
Con l’arrivo delle nuove regole sui controlli bancari, cresce il timore dei correntisti: ecco cosa sapere per evitare il blocco del conto
Negli ultimi mesi, molti correntisti italiani si sono imbattuti in blocchi inaspettati del proprio conto corrente. Una situazione che, per chi gestisce le proprie finanze in modo ordinario, può sembrare assurda. Eppure, il blocco del conto sta diventando sempre più frequente, anche a causa delle nuove normative sui controlli bancari in arrivo da gennaio. L’obiettivo ufficiale è quello di contrastare frodi ed evasione fiscale, ma nella pratica potrebbe colpire anche chi, senza saperlo, compie operazioni ritenute anomale dal sistema. Per capire cosa può succedere, è utile fare chiarezza su come funziona un blocco, quali sono le cause più comuni e cosa cambia con le nuove regole.
Le principali cause del blocco conto corrente e cosa cambia con i nuovi controlli
Un conto corrente bloccato è tecnicamente un conto su cui il titolare non può più operare: niente prelievi, bonifici, ricariche. In certi casi, nemmeno visualizzare il saldo. I motivi possono essere diversi. Il primo, frequente, è il blocco cautelativo deciso dalla banca in presenza di operazioni sospette: ad esempio un bonifico anomalo, un accesso da un Paese estero non abituale, o un versamento di contanti fuori scala rispetto allo storico del cliente.
Un’altra causa è il pignoramento, richiesto da enti creditori come l’Agenzia delle Entrate per recuperare somme non pagate. In quel caso, la banca è obbligata a congelare i fondi disponibili fino al raggiungimento dell’importo dovuto. Non a caso, molti correntisti scoprono solo all’ultimo momento di avere problemi fiscali in corso.

C’è poi la questione antiriciclaggio. Le banche, per legge, devono segnalare i movimenti sospetti all’UIF (Unità d’Informazione Finanziaria). Da gennaio, con l’entrata in vigore della “super anagrafe dei conti correnti”, i controlli si faranno ancora più capillari. I dati bancari verranno incrociati con quelli fiscali, per identificare potenziali discrepanze, e le soglie di attenzione verranno abbassate. In pratica, anche piccoli movimenti fuori dal profilo abituale del cliente potranno attivare un alert.
Le banche saranno più attente, e i controlli più automatici. Questo significa che anche chi gestisce il proprio denaro in modo trasparente dovrà prestare attenzione a come si comporta. A rischiare non saranno solo gli evasori incalliti, ma anche i cittadini comuni che magari versano troppi contanti o ricevono bonifici dall’estero non giustificati.
Operazioni da evitare per non far scattare il blocco (e come comportarsi se accade)
Ci sono alcune azioni che, già ora, possono far scattare il blocco del conto. E da gennaio, con l’automatizzazione dei controlli, il margine di tolleranza sarà minore. Una delle cause più frequenti è il versamento di contanti sopra soglia. Ogni banca ha limiti diversi, ma in generale movimenti di oltre 5.000 euro mensili possono attivare una segnalazione. I bonifici da o verso l’estero, soprattutto se ricorrenti o non motivati, sono un altro campanello d’allarme.
Anche operazioni fuori contesto rispetto al profilo del cliente – come un pensionato che improvvisamente inizia a ricevere bonifici da più soggetti – vengono monitorate con attenzione. A quel punto, la banca può chiedere documentazione, congelare le somme o bloccare il conto in via precauzionale.
Se il conto viene bloccato, è fondamentale agire con rapidità. Primo passo: contattare la banca e chiedere spiegazioni. Il secondo è fornire i documenti richiesti, senza ritardi. In caso di pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate, bisogna verificare il debito e valutare un eventuale piano di rateizzazione. Nei casi più complessi può essere utile il supporto di un consulente legale o di un commercialista, soprattutto se si sospetta un errore o un blocco ingiustificato.
Per prevenire problemi, è buona norma informare la banca in anticipo se si prevede di compiere operazioni insolite, mantenere un comportamento coerente con il proprio profilo finanziario e, se si hanno debiti fiscali, gestirli prima che diventino esecutivi. In uno scenario di sorveglianza fiscale automatizzata, l’attenzione ai dettagli può fare la differenza.
