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Cile, ratificato il trattato globale per la protezione degli Oceani: è il primo paese a farlo

Il Cile è il primo paese al mondo a ratificare il trattato globale per la protezione gli oceani. Ecco di cosa si tratta e cosa significa.

Cile, ratificato il trattato globale per la protezione degli Oceani: è il primo paese a farlo

Sono passati pochi mesi da quando le Nazioni Unite hanno adottato lo storico Trattato globale per la protezione gli oceani, l’High Seas Treaty concordato nel marzo dello scorso anno e subito sottoposto a revisioni legali e dare così il via alla ratifica da parte dei governi di tutto il mondo. Il primo paese a fare questo importante passo è stato il Cile in queste ultime ore.

Il via libera è arrivato all’unanimità da parte del Senato del Cile, a conferma di quanto importante sia per il Paese, con oltre 6.000 chilometri di costa affacciata sull’Oceano Pacifico, la tutela e la salvaguardia degli oceani.

Il trattato adottato dall’ONU punta a raggiungere l’ambizioso obiettivo del 30×30 concordato nel 2022: proteggere 11 milioni di chilometri quadrati di mare all’anno fino al 2030, pari al 30% del totale. Come raggiungere questo obiettivo? I governi di tutto il mondo, grazie al trattato, avranno la possibilità di creare, anche in acque internazionali, una rete di santuari marini liberi da attività umane distruttive.

A dare il primo passo ci ha pensato il Cile, sperando che tanti altri Paesi decidano di seguirne in tempi rapidi l’esempio. L’accordo approvato dal Senato cileno introduce una serie di novità come la regolamentazione delle risorse genetiche marine d’alto mare e l’equa distribuzione dei loro benefici e nuovi meccanismi per la creazione di aree marine protette, autorizzando inoltre l’attuazione di misure ambientali per salvaguardare gli oceani.

Alberto van Klaveren, ministro degli esteri del Cile, ha commentato questo importante primato sottolineando quanto sia strategico per gli interessi del Paese: “Il trattato è vantaggioso per il nostro Paese perchè ci consente di partecipare alla governance globale di aree che esulano dalla nostra giurisdizione nazionale. Questo elemento è strategico per gli interessi nazionali, sia per la natura oceanica del Cile, sia per la sua situazione di Paese in via di sviluppo“.

Quello del Cile è senza dubbio un passo importante, ma la strada verso l’entrata in vigore dell’accordo è ancora lunga. Affinché il Trattato diventi operativo, infatti, deve prima essere ratificato da almeno 60 Paesi delle Nazioni Unite. Gli Stati membri dell’UE, Italia inclusa, si sono già impegnati a ratificare l’accordo entro il giugno 2025, quando a Nizza si terrà la Conferenza ONU sugli Oceani, UNOC 2025.

Anche per questo motivo Laura Meller, referente della campagna Protect the Oceans di Greenpeace, ha rinnovato l’invito ai Paesi ONU a fare altrettanto: “Il voto unanime del Senato cileno in favore della ratifica del Trattato è un primo passo cruciale verso la protezione degli oceani. Ci auguriamo che altri Paesi seguano al più presto l’esempio del Cile per dare concretezza al Trattato e proteggere realmente i nostri mari”.

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