Nuova genesi al Museum of Modern Art di New York o MoMA. Nasce l’Istituto di Ricerca Emilio Ambasz collocato nel Dipartimento di Architettura e Design e finanziato dalla Fondazione LEAF. La struttura è dedicata e prende nome da Emilio Ambasz, maestro argentino e poetico creatore della green architecture. Lo stesso designer ha curato il dipartimento di architettura del MoMa dal 1969 al 1976, ma la sua carriera si è sempre orientata verso una produzione architettonica direttamente legata al verde.
[ghshortpost id=337289 title=”OUTSIDE IN, la casa geometrica dove indoor e outdoor si fondono” layout=”post_inside”]
Quella che lui ha definito il verde su grigio ovvero palazzi ricoperti di piante, in pieno contrasto con le produzioni che imperavano negli anni ’70. Uno stile che è diventato guida e ispirazione per il design dedicato alla collaborazione tra architettura e ambiente. L’apertura dell’istituto coincide con il 25esimo anniversario della nascita del centro Acros di Fukuoka, l’edificio più green e noto nel mondo progettato dallo stesso Ambasz. Come specifica Tadao Ando:
Emilio Ambasz ci ha insegnato a vedere una dimensione in cui la natura e l’architettura sono inseparabili, un reame che va dalla natura creata da Dio a quella forgiata dall’uomo […].
La nascita dell’istituto, un segno di continuità nel nome della sostenibilità
La green architecture di Ambasz ha fatto scuola interrompendo una produzione concentrata solo sul cemento e l’urbanizzazione, un elemento di rottura che ha ridato il giusto valore al pianeta che ci ospita. Come specificato anche nel comunicato diramato dallo stesso MoMA:
La nascita dell’Istituto Ambasz offre al MoMA un’importante opportunità di continuare la sua leadership globale sui temi della sostenibilità, celebrando e coltivando una più profonda comprensione pubblica dell’architettura e del design. […] studierà specificamente approcci creativi per progettare a tutte le scale dell’ambiente costruito – edifici, città, paesaggi e oggetti – al fine di lavorare per un futuro ecologico e la giustizia ambientale.
Come ha sempre sostenuto lo stesso Emilio Ambasz:
Ogni costruzione costituisce un’intrusione nel regno vegetale, ed è una sfida alla natura: dobbiamo concepire un’architettura che si erge come l’incarnazione di un patto di riconciliazione tra natura e costruzione, progettare edifici così intrinsecamente legati al paesaggio circostante che è impossibile che si disimpegnino l’uno dall’altro.