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Animali al circo: arriva lo stop in Catalogna

Dopo la corrida, la Catalagna è pronta a vietare anche i circhi con gli animali: ecco la proposta di divieto avanzata nella regione spagnola.

Animali al circo: arriva lo stop in Catalogna

La Catalogna, una delle comunità autonome della Spagna, dopo le corride vieterà anche il ricorso agli animali nei circhi. È quanto si apprende da una proposta, sostenuta da 5 dei 7 gruppi politici catalani, di estensione della legge sulla protezione degli animali: gli esemplari scelti a scopi di intrattenimento soffrono e sono detenuti in condizioni non compatibili con la loro natura.

Con il suo capoluogo Barcellona, la Catalogna è dal 2008 all’avanguardia nella difesa dei diritti degli animali. Di quell’anno, infatti, è il riconoscimento della “sensibilità fisica e psichica” di tutti gli esseri viventi, una decisione che ha portato due anni più tardi al divieto della corrida nella regione. L’ultimo combattimento con i tori si è tenuto nel settembre del 2011, poco prima dell’entrata in vigore nel gennaio successivo della norma.

Ora questa nuova proposta, che pare trovi larghissimo consenso nell’opinione pubblica in un periodo di cambiamenti epocali nelle modalità con cui l’uomo si rapporta agli animali. Così spiega Jordi Rull, un rappresentante di Convergència i Unió:

I circhi possono attrarre e affascinare adulti e bambini con cose differenti, senza il bisogno di ricorrere agli animali.

Nella proposta, appoggiata largamente da gran parte degli esponenti politici locali, si specifica come lo sfruttamento di animali dei circhi preveda metodi di training violenti e stili di vita innaturali, che spesso sfociano in patologie nervose dovute alla cattività e alla custodia in spazi molto ristretti. Allo stesso tempo, i rappresentanti governativi sottolineano come già diverse amministrazioni comunali abbiano deciso di vietare i circhi animali, con già ben 99 città catalane dove il divieto è in vigore e 133 nell’intera Spagna. Anche in assenza di una normativa regionale di riferimento, infatti, i singoli comuni possono scegliere autonomamente se consentire o negare gli spettacoli con tigri, elefanti, leoni e quant’altro sul proprio territorio.

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