Nucleare: in Germania cause miliardarie per dismissione centrali
La decisione della Germania di abbandonare il nucleare entro il 2022 ha suscitato l'ira dei colossi energetici che chiedono rimborsi miliardari.
Fonte immagine: IAEA Imagebank
La Germania ha scelto di percorrere la strada delle energie rinnovabili, rinunciando progressivamente al nucleare. Una decisione presa all’indomani del disastro di Fukushima, in risposta alle proteste della popolazione e alla luce delle falle nella sicurezza di molti vecchi reattori ancora attivi. Dopo il gravo incidente occorso in Giappone, nel 2011 il Governo di Berlino ha immediatamente spento otto delle più vecchie centrali del Paese.
Nel medio periodo il piano tedesco prevede la chiusura di tutti i reattori entro il 2022. Per sopperire alla mancanza di energia elettrica a basso costo, indispensabile in un’economia vitale come quella tedesca, il Paese ha deciso di operare investimenti massicci nel solare, nell’eolico e nelle biomasse.
Questa decisione è sicuramente saggia per promuovere lo sviluppo della Green Economy e permettere alla Germania di raggiungere i target comunitari per la riduzione delle emissioni di CO2 senza mettere a rischio la popolazione. Abbandonare il nucleare potrebbe però costare molto caro al Paese. Oltre ai costi per la dismissione delle centrali e lo smaltimento delle scorie radioattive, la Germania dovrà infatti fare i conti con le aziende energetiche sul piede di guerra.
Sono già oltre 20 le grandi cause legali intentate dai colossi dell’energia atomica. Le aziende chiedono rimborsi miliardari per il danno subito. Le più agguerrite sono le società elettriche EON, RWE e Vattenfall.
Quattordici denunce sono state depositate contro il governo nazionale. Nove di questi casi verranno discussi dinanzi alla Corte costituzionale. Altre sette denunce sono state depositate contro i governi statali.
Secondo i legali del Partito dei Verdi tedesco, se i giudici dovessero dare ragione ai colossi energetici, la Germania pagherebbe un conto esagerato. A chiedere di più è la compagnia svedese Vattenfall che pretende rimborsi per 4,7 miliardi di euro dal governo federale tedesco per i mancati introiti. La RWE ha chiesto un rimborso danni di 235 milioni di euro, mentre la EON ne pretende 386.