Greenstyle Ambiente Animali Corea del Nord: carne di cane per battere il caldo, è polemica

Corea del Nord: carne di cane per battere il caldo, è polemica

In Corea del Nord è usanza mangiare carne di cane per combattere il caldo: la polemica è internazionale, ma difficilmente giungerà alle popolazioni locali.

Corea del Nord: carne di cane per battere il caldo, è polemica

Fonte immagine: Pixabay

Per combattere le torride temperature estive, in Corea del Nord si consuma carne di cane. È quanto prevede un’usanza che affonda le sue radici in un passato lontano, così come riferisce il New York Post, una credenza popolare che sopravvive oggi nel Paese più misterioso e inaccessibile del mondo. E, nonostante le proteste a livello internazionale, difficilmente gli appelli alla salvaguardia dei quadrupedi giungeranno alle popolazioni di Pyongyang e delle altre città locali.

Secondo la tradizione nordcoreana, la carne di cane sarebbe un rimedio eccezionalmente energizzante, utile per aumentare la resistenza fisica alla calura. Così, nei momenti più afosi dell’anno, il consumo aumenta a dismisura, fino a giungere il picco in tre occasioni ritenute speciali. Ogni anno, in base al calendario lunare, viene infatti definito un tris di date dove la richiesta di carne canina raggiunge il suo massimo, anche con piccoli festeggiamenti cittadini. Per il 2018, le date scelte sono quelle del già trascorso 17 luglio, a cui seguiranno quella del 27 e il 16 agosto.

Chiamato “dangogi”, ovvero “carne dolce”, il piatto è normalmente servito con birra prodotta da piccole realtà locali, quindi con il “bingsu”, uno sciroppo dolce e fresco realizzato con ghiaccio tritato. Considerato come la pietanza derivi da secoli di tradizione nordcoreana, e l’inesistente accesso della popolazione locale ai media esteri, nel Paese non sembrano esservi vere e proprie opposizioni a questa pratica culinaria, considerata lecita e consueta. Ancora, date le ridotte risorse economiche di larghe fasce della popolazione, spesso il ricorso a cani e altri animali domestici è risultato una vera e propria necessità.

Così come già accennato, diversi gruppi di tutela animale hanno condannato l’usanza nordcoreana, ma difficilmente il messaggio potrà superare i fitti confini della nazione. Non sono nemmeno note statistiche su quanto sia diffuso il fenomeno, né dati sul numero di cani uccisi ogni anno a ridosso delle tre date della ricorrenza. Non sembra però andar meglio oltre le barriere della zona demilitarizzata, la sottile striscia di terreno che separa la Corea del Nord da quella del Sud: anche in quest’ultima nazione, considerata una delle più moderne e tecnologicamente avanzate del mondo, il consumo di carne di quadrupede rimane abbastanza diffuso. Si stima, ad esempio, ogni anno vengano uccisi 2 milioni di cani per soddisfare il fabbisogno della popolazione.

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