
Taglio IMU, se rientri in queste categorie - greenstyle.it
Il 16 giugno 2025 scade l’acconto IMU, ma non tutti devono pagarlo. Scopri chi è esente e quali sono le condizioni previste.
Nel 2025, l’appuntamento con l’acconto IMU è fissato per lunedì 16 giugno, una scadenza che coinvolge milioni di contribuenti italiani. Nonostante ciò, molti proprietari di immobili potrebbero evitare il versamento, a patto di rientrare nelle categorie esentate previste dalla normativa vigente. Conoscere in tempo i criteri di esenzione può evitare spese inutili e offrire un vantaggio concreto nella pianificazione fiscale. Le regole variano in base alla tipologia dell’immobile, all’uso effettivo e alla condizione del contribuente, e in alcuni casi possono essere influenzate anche dalle delibere comunali.
Esenzione per abitazione principale, casi particolari e doppia residenza
La norma più diffusa riguarda le abitazioni principali, ovvero gli immobili dove il proprietario risiede anagraficamente insieme al nucleo familiare. In questi casi, l’IMU non è dovuta, a meno che la casa rientri nelle categorie catastali di lusso (A/1, A/8, A/9). Le unità classificate come A/2, A/3 o simili, se utilizzate come abitazione principale, beneficiano dell’esenzione completa.
Condizione fondamentale è che l’immobile non sia affittato e che il proprietario possa dimostrare la residenza effettiva. Questo dettaglio impedisce l’abuso della norma e tutela chi vive realmente nell’abitazione. La regola si applica anche in presenza di figli o parenti conviventi, purché il nucleo sia registrato all’anagrafe in quel domicilio.

Una svolta normativa recente ha riguardato i coniugi con residenze diverse, tema spesso al centro di interpretazioni discordanti. In passato, entrambi erano obbligati a pagare l’IMU su almeno una delle case, anche se risultavano residenti ciascuno in un’abitazione distinta. Oggi, se i coniugi dimostrano che le due residenze non sono fittizie, l’esenzione può estendersi a entrambe le abitazioni. La decisione ha risolto molte controversie, rispecchiando la realtà di famiglie che, per motivi di lavoro o assistenza, vivono separate.
Esenzioni per disabili, anziani, immobili danneggiati e case non agibili
Un’attenzione specifica è riservata a disabili e anziani che, pur proprietari di una casa, si sono trasferiti in strutture assistenziali. In queste situazioni, la residenza anagrafica può risultare spostata nella casa di cura, ma l’IMU non è dovuta sull’immobile d’origine, se questo rimane non locato. La condizione deve essere riconosciuta dal Comune, e la casa deve essere l’unica di proprietà, senza redditi aggiuntivi da affitto. È una misura che tutela chi affronta spese mediche e assistenziali continue, evitando una doppia penalizzazione.
Tra le esenzioni meno note, ma altrettanto rilevanti, rientrano gli immobili non agibili o inagibili, oppure quelli sottoposti a ristrutturazione. Se un edificio è stato danneggiato da un sisma, un’alluvione o da eventi eccezionali, il proprietario può chiedere la sospensione del tributo. Anche gli immobili che risultano tecnicamente inutilizzabili per motivi strutturali possono essere esclusi dal pagamento, purché l’inagibilità sia certificata da perizia tecnica e comunicata agli uffici comunali.
Infine, esistono esenzioni legate a fabbricati rurali ad uso strumentale, a immobili storici vincolati, o a fabbricati appartenenti a enti non commerciali adibiti esclusivamente a scopi istituzionali. Anche se meno frequenti, queste situazioni completano il quadro delle possibili esclusioni dal versamento IMU.
Per chi rientra in una di queste casistiche, la scadenza del 16 giugno 2025 non comporterà alcun pagamento, ma è necessario verificare con attenzione la propria posizione, in base alla categoria catastale, all’utilizzo dell’immobile e alle eventuali delibere specifiche del Comune di riferimento.