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Smog e concessioni balneari: nuove infrazioni UE per l’Italia

Nuove infrazioni UE per l'Italia, con la messa in mora sul fronte concessioni balneari che si aggiunge a quella sulle polveri sottili.

Smog e concessioni balneari: nuove infrazioni UE per l’Italia

Fonte immagine: iStock

Nuove infrazioni UE per l’Italia sul fronte del clima, ma anche in relazione alle concessioni balneari. Quest’ultima va a esprimere la messa in mora del Bel Paese in merito all’estensione delle concessioni fino al 2033.

L’aver ampliato le concessioni balneari fino al 2033 è stato giudicato negativamente dall’Unione Europea, secondo la quale non sussisterebbero i necessari presupposti di trasparenza e parità di trattamento per quanto riguarda “il rilascio di autorizzazioni relative all’uso del demanio marittimo per il turismo balneare e i servizi ricreativi”.

Secondo l’UE ogni Stato membro deve garantire a tutti i soggetti potenzialmente coinvolti un pari trattamento e la possibilità di accedere alle concessioni balneari. Deve essere evitato nel contempo ogni possibile rischio di monopolio. Nello specifico:

Gli Stati membri sono tenuti a garantire che le autorizzazioni, il cui numero è limitato per via della scarsità delle risorse naturali (ad esempio le spiagge), siano rilasciate per un periodo limitato e mediante una procedura di selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi.

La critica UE è chiara: l’Italia ha ignorato non soltanto il diritto europeo, ma anche una sentenza emessa dalla Corte di Giustizia. Con provvedimenti varati negli scorsi mesi, ma anche attraverso le più recenti normative:

La Corte di giustizia dell’Unione europea ha stabilito che la normativa pertinente e la pratica esistente a quel tempo in Italia di prorogare automaticamente le autorizzazioni vigenti delle concessioni balneari erano incompatibili con il diritto dell’Unione. L’Italia non ha attuato la sentenza della Corte.

noltre l’Italia da allora ha prorogato ulteriormente le autorizzazioni vigenti fino alla fine del 2033 e ha vietato alle autorità locali di avviare o proseguire procedimenti pubblici di selezione per l’assegnazione di concessioni, che altrimenti sarebbero scadute, violando il diritto dell’Unione.

Infrazioni UE su clima ed energia

L’Italia è destinataria anche di un altro provvedimento di messa in mora da parte dell’UE. Riguarda l’inquinamento atmosferico e i cambiamenti climatici, più nel dettaglio i frequenti sforamenti nei limiti massimi di polveri sottili.

Nel mirino sono soprattutto le PM2.5, mentre già da tempo l’UE ha puntato il dito contro l’Italia sul fronte delle PM10. A far scattare la nuova procedura sono in modo particolare alcune Regioni del Nord (Lombardia e Veneto) e l’area padana. Tra le città spiccano invece Milano, Padova e Venezia.

Fonte: Teleborsa

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