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Plastica: con lo smart working più riciclo

Plastica, aumenta il riciclo durante il lockdown e grazie allo smart working: è quanto rivela un nuovo studio condotto nel Regno Unito.

Plastica: con lo smart working più riciclo

Fonte immagine: Pixabay

Plastica, più facile ed efficiente riciclarla in questo periodo fatto di lockdown e smart working. È quanto emerge da un’indagine condotta da RECOUP, un’associazione britannica dedita alla sensibilizzazione sull’inquinamento da materiali plastici e sul loro recupero. A quanto pare, la pandemia in corso e la permanenza forzata in casa ha generato una maggiore attenzione nei consumatori, più inclini al corretto smaltimento di questo inquinante.

La ricerca in questione è stata pubblicata all’interno della UK Household Plastics Collection Survey, un report annuale relativo al riciclo di plastica all’interno del Regno Unito.

Plastica e smart working, un ciclo virtuoso

La pandemia da coronavirus ha certamente alimentato la domanda di plastica a livello mondiale. Non solo per la necessità di dotarsi di dispositivi di protezione, come mascherine e guanti, ma anche perché i consumatori tendono a preferire prodotti confezionati, poiché considerati più sicuri. Eppure, nonostante questo aumento, i cittadini britannici hanno riscoperto durante il lockdown il desiderio di dedicarsi al corretto riciclo.

Tra marzo 2019 e lo stesso mese del 2020, il tasso di riciclo e riutilizzo della plastica in ambito domestico è aumentato del 2%. Una percentuale che può apparire esigua, eppure emerge un importante trend. A partire da aprile, ovvero nella prima ondata della pandemia da coronavirus, vi è stata un’impennata nella corretta raccolta differenziata dei rifiuti: il 59% in più per le bottiglie, il 33% per le confezioni, il 7% per le pellicole alimentari e il 39% per le altre tipologie di rifiuti plastici. Un trend confermato anche dai centri cittadini per la raccolta e lo smaltimento della plastica, che hanno visto un 20% in più di riciclo rispetto all’anno precedente.

Merito di questo risultato sarebbe proprio del lockdown e dello smart working. Rimanendo in casa, e avendo più tempo a disposizione, le persone si accorgono effettivamente quanta plastica siano solite consumare in una giornata. E, di fronte a un ammontare così elevato, optato per una maggiore attenzione:

Con sempre più persone costrette a casa, e molte altre che hanno cambiato il loro modo di lavorare nel 2020, i primi dati suggeriscono che quando le persone possono approfittare di un accesso più semplice al riciclo decidono di fare la cosa giusta.

È però importante che queste nuove e virtuose abitudini vengano mantenute anche dopo la pandemia, quando le persone torneranno in ufficio e avranno quindi meno tempo da dedicare al riciclo. Servizi più accessibili, punti di raccolta maggiormente diffusi, aiuti a livello domestico: tutto contribuisce a mantenere il passo sulla via della sostenibilità. Così ha spiegato Anne Hitch, Citizen & Stakeholder Engagement Manager di Recoup:

Non dobbiamo fallire nell’approfittare dell’opportunità che ci è stata data, dobbiamo continuare a coinvolgere i cittadini per aumentare ulteriormente i ritmi di riciclo, spiegando loro come, facendo un piccolo sforzo a casa, stiano enormemente riducendo l’inquinamento da plastica e garantendo il recupero di questo materiale. È cruciale che si faccia di tutto per mantenere e guidare questo comportamento più sostenibile, facendolo diventare la nuova normalità.

Fonte: CircularOnline

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