Greenstyle Sostenibilità Consumi SISTRI: sindacati e aziende chiedono proroga entrata in vigore

SISTRI: sindacati e aziende chiedono proroga entrata in vigore

Dopo il fallimento del Click Day, sindacati e aziende chiedono al governo di sospendere l'entrata in vigore definitiva del SISTRI

SISTRI: sindacati e aziende chiedono proroga entrata in vigore

Non accenna a placarsi la polemica scatenata dall’entrata in vigore del SISTRI, il sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti che avrebbe dovuto migliorare e velocizzare la gestione dei rifiuti solidi urbani. Dopo il fallimento del Click Day, in cui si sono verificati numerosi problemi informatici che hanno quasi paralizzato il sistema stesso, sindacati e associazioni del settore hanno inviato una lettera al governo per sollecitare lo slittamento dell’entrata in vigore, prevista per il 1° giugno.

La missiva, indirizzata direttamente al Presidente del Consiglio e, per conoscenza, al ministro dell’Ambiente, è stata firmata da Confindustria, Rete Imprese Italia, Alleanza delle cooperative e Confapi e ha lo scopo di richiedere un incontro al governo in modo da poter esporre le numerose problematiche legate all’utilizzo del SISTRI.

Già in passato, nel momento in cui fu presentato il progetto, CISL e Confindustria avevano chiesto invano una proroga in modo da garantire il corretto collaudo del sistema. La richiesta di oggi è nuovamente la stessa: istituire un apposito tavolo tecnico in modo da potersi avvalere dei suggerimenti delle aziende e dei sindacati.

Più categorica la posizione del Fai Roma, che, dopo aver indetto per mercoledì 25 maggio una manifestazione di protesta sotto la sede del Ministero dell’Ambiente, ha dichiarato di avere iniziato una raccolta di firme per:

Procedere in sede giudiziale e ottenere il risarcimento dei danni subiti dalle imprese, che da due anni contribuiscono economicamente con centinaia di milioni di euro a un sistema che alla prova dei fatti è risultato essere assolutamente fallimentare, nonché per valutare la possibilità di presentare un ricorso al Tar del Lazio, per la richiesta di l’annullamento del nuovo Testo Unico Sistri (D.M. 18 febbraio 2011), visti i numerosi profili di illegittimità rispetto alla tutela della libera concorrenza e della privacy.

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