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Semi di mela: si possono mangiare o sono velenosi?

Perché non si mangia il torsolo della mela? Ed è vero che i semi di mela possono causare tossicità e avvelenamento? Riguardo il seme delle mele circolano molte notizie: c’è chi dice che facciano bene e chi invece teme che possano essere velenosi. In effetti, il seme della mela contiene amigdalina, un composto che può produrre effetti dannosi se assunto in quantità molto elevate.

Semi di mela: si possono mangiare o sono velenosi?

Fonte immagine: Pixabay

Si dice che una mela al giorno possa togliere il medico di torno, eppure c’è anche chi sostiene che mangiare dei semi di mela sia, al contrario, rischioso per la nostra salute. Insomma, se mangi una mela con il torsolo, c’è il rischio che il medico tu debba proprio chiamarlo. Ma sarà proprio così? E quanto sono tossici o velenosi i semi di questo frutto?

Quando si parla di semi di mela, il mondo si divide in 2 gruppi: da una parte c’è chi crede che siano velenosissimi e pericolosi per la salute, mentre dall’altra c’è chi pensa che i semi di mela siano un rimedio anticancro, che facciano bene alla salute ed esercitino effetti antinfiammatori e antibatterici.

Ma concretamente parlando, cosa succede se si mangia il seme della mela?

I semi di mela si possono mangiare?

Ho mangiato semi di mela, cosa succederà adesso?” Non immagini quante persone si pongono questa identica domanda almeno una volta nella vita. Cosa succede se si mangiano dei semi di mela? In realtà, se si tratta di quantità piccole, non c’è proprio nessun pericolo per la salute.

Va però detto che i semi delle mele contengono un composto vegetale noto con il nome di “amigdalina”, anche nota come vitamina B17, una molecola (chimicamente parlando, un glicoside cianogenetico) composta da cianuro e da una parte zuccherina.

Se ingerito per intero, il seme risulta del tutto innocuo. Quando viene masticato o spezzato, però, il contatto con gli enzimi della flora batterica intestinale ci espone a una certa quantità di acido cianidrico, contenente cianuro, una sostanza che, se assunta in quantità elevate, produce effetti tossici e velenosi, arrivando a provocare il decesso nell’arco di pochi minuti.

Un’elevata quantità di cianuro può causare sintomi come convulsioni, disturbi cardiaci e insufficienza respiratoria, mentre l’esposizione a una piccola quantità di cianuro può provocare debolezza, nausea e capogiri.

Ma bada bene: la quantità di cianuro che può avere effetti letali dipende dal peso della persona, di conseguenza a correre maggiori rischi potrebbero essere soprattutto i bambini.

I semi della mela fanno male alla salute?

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Fonte: Pixabay

E per quanto riguarda le mele? Mangiare il frutto con il torsolo ci espone in qualche modo al rischio di morte? Non proprio. Come spiegano molti esperti, infatti, è altamente improbabile che mangiare una mela (inclusi i semi) possa addirittura avvelenarci.

Spieghiamo meglio: perché possa avere effetti tossici, il cianuro dovrebbe essere assunto nella concentrazione di 0,5-3,5 mg per kg di peso corporeo. In una mela vi sono di solito circa 6-8 semi, e questi contengono circa 1-4 mg di amigdalina, ma non tutto questo composto si trasforma in acido cianidrico o, di conseguenza, in cianuro (si stima che vi siano circa 0,6 mg di acido cianidrico per grammo).

Ciò vuol dire che inghiottire un paio di semi mentre si mangia una mela non rappresenta in alcun modo un rischio per la salute, men che meno se questi non vengono spezzati né masticati. Si ritiene invece che, per poter produrre effetti tossici, siano necessari dai 150 ai 500 semi di mela.

Ad ogni modo, rimane valido il consiglio di rimuovere torsolo e semi dalle mele prima di mangiare il frutto.

Quali sono i semi della frutta velenosi?

E a questo proposito, sai quali sono gli altri semi della frutta che non bisogna consumare? Oltre ai semi di mela, bisognerà evitare di mangiare anche quelli di altri frutti, perlopiù membri della famiglia delle Rosacee, in quanto contengono elevate quantità di amigdalina.

Fra questi rientrano dunque le albicocche, le pere, le mandorle amare, le pesche, le prugne e i noccioli di ciliegie.

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