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Nonostante le riforme pensionistiche degli ultimi decenni, molte pensioni pubbliche restano al di sotto di livelli ritenuti soddisfacenti per assicurare una vita dignitosa. Il gap tra il reddito da lavoro e quello da pensione si fa sentire specie tra le fasce più giovani e medie di lavoratori, che spesso percepiscono un assegno pensionistico decisamente inferiore rispetto alle aspettative. Questo fenomeno spinge a riflettere sull’importanza di integrare la pensione pubblica con strumenti complementari, capaci di colmare il divario e assicurare una maggiore sicurezza economica al momento del pensionamento.
Le pensioni integrative: una soluzione sostenibile ma non per tutti
Le pensioni integrative, o complementari, rappresentano una risposta concreta al problema delle pensioni basse. Si tratta di forme di previdenza privata che permettono ai lavoratori di accumulare un capitale aggiuntivo da utilizzare al momento del pensionamento. Tuttavia, la diffusione di queste soluzioni è ancora limitata e strettamente legata alla capacità economica del singolo.
Secondo le ultime rilevazioni, meno di un terzo degli italiani aderisce a qualche forma di previdenza complementare. Uno dei principali ostacoli è rappresentato dai costi iniziali e dai contributi regolari richiesti, che risultano difficili da sostenere per chi ha redditi medio-bassi o contratti di lavoro precari. Inoltre, la conoscenza e la cultura finanziaria sulla previdenza integrativa rimangono insufficienti, limitando la diffusione di questi strumenti.
Questo tipo di pensioni si caratterizzano per la flessibilità nelle modalità di versamento e per la possibilità di scegliere tra diverse forme di investimento, con un mix di rischi e rendimenti variabile in base al profilo del sottoscrittore. Inoltre, al momento attuale, l’adesione a questi fondi presenta vantaggi fiscali, con detrazioni e agevolazioni che incentivano il risparmio previdenziale.

I fondi pensione negoziali, promossi da contratti collettivi, e quelli aperti al pubblico rappresentano le principali forme di previdenza complementare disponibili. Questi strumenti permettono di costruire un capitale aggiuntivo nel tempo, che si traduce in un assegno pensionistico integrativo rispetto alla pensione pubblica.
Tuttavia, è fondamentale sottolineare che l’efficacia delle pensioni integrative dipende dalla continuità dei versamenti e dalla durata dell’adesione al fondo. Più lungo è il periodo di contribuzione, maggiori saranno i benefici percepiti al momento del pensionamento.
Il vero nodo riguarda la possibilità di accesso alle pensioni complementari. Le categorie di lavoratori con contratti stabili e redditi medio-alti sono quelle più avvantaggiate nell’adesione a queste forme di previdenza. Al contrario, i lavoratori atipici, a tempo determinato, i giovani con impieghi precari e chi percepisce redditi bassi spesso non riescono a sostenere l’impegno economico richiesto.
Inoltre, l’innovazione digitale e le piattaforme di gestione online stanno semplificando l’accesso e la gestione delle pensioni integrative, rendendo più trasparente e meno oneroso l’approccio a questi strumenti.
