
La sardina, ovvero la Sardina pilchardus, è conosciuta anche come sarda, sardella e sardon, solo per citare alcuni nomi di origine regionale. Anche fuori dal territorio italiano, il termine appare abbastanza simile e rimanda a questo pesce che prende il nome dalla zona dove abbondava in origine, ovvero la Sardegna. Parte integrante della famiglia delle Clupeide, è un pesce affusolato con corpo ovale, spesso confuso con l’acciuga seppur la conformazione non sia molto simile.
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La sardina ha un corpo lungo, snello, maggiormente compresso con una fila di scaglie sul ventre abbastanza appuntite, definite scutelli. La bocca è rivolta verso l’alto, appare molto grande perché arriva sotto l’occhio, mentre la mandibola inferiore risulta più lunga della superiore. I denti sono piccoli, l’occhio del pesce è molto evidente e la testa appare appuntita. Il colore cambia lungo le scaglie: i fianchi e il ventre risultano bianco argentei, mentre il dorso è verde-azzurro con riflessi iridescenti. Lungo la parte dorsale dei fianchi sono presenti delle piccole macchioline nere poco visibili. La lunghezza massima varia tra i 25 e i 30 centimetri, ma quella più comune è di 15, massimo 20 centimetri.
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Molto diffusa, è presente nel Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico, ma è stata rinvenuta anche dalle isole Canarie fino alla Norvegia, passando dall’Inghilterra. Lungo lo Stivale era molto diffusa nei pressi del mare Adriatico. Ama il mare aperto ma sempre a debita distanza dal fondale: in base alla stagione può avvicinarsi alla costa nuotando in acque basse. La sua carne è decisamente apprezzata, per questo la sardina è molto pescata e commercializzata, in particolare i bianchetti, cioè il pesce durante la fase giovanile. La richiesta ne ha tuttavia pregiudicato il numero delle presenze in acqua, notevolmente diminuito nel tempo. La riproduzione avviene tutto l’anno e le femmine possono produrre fino a 80.000 uova. Durante i suoi spostamenti si nutre quasi solo di plancton, soprattutto zooplancton e in particolare crostacei copepodi del genere Calanus.
Vita in branco e abitudini

Le sardine vivono in branco, perché questa combinazione permette loro di difendersi, proteggersi e affrontare i nemici. La loro migrazione annuale verso il Sudafrica, che spinge milioni di sardine a nuotare per depositare le uova, le trasforma in cibo facile per molti predatori come delfini, sule, pinguini, squali, otarie e balenottere di Bryde. Questo mastodontico movimento di sardine avviene all’inizio di giugno e si conclude in luglio quando, dopo un lungo viaggio, approdano nelle acque più temperate del Sudafrica. Durante questa navigazione il branco si compatta a formare una palla, una sorta di fortezza inespugnabile ai predatori. Ed è proprio l’unione a proteggere la loro vita, a fare letteralmente la forza del branco.
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Spesso il gruppo assume la fisionomia di altri predatori, figure che compongono muovendosi all’interno delle file del branco. Una strategia piuttosto astuta che permette di spaventare i nemici, serrando al contempo i ranghi. Per le sardine il gruppo è vita, una protezione importante che permette di raggiungere la meta finale per deporre le uova. L’età media varia dai cinque ai quattordici anni di età.