Greenstyle Ambiente Inquinamento Salvezza della Terra, scienziati lanciano un ultimatum

Salvezza della Terra, scienziati lanciano un ultimatum

Gli scienziati lanciano un ultimatum, risorse della Terra al limite e la politica non sembra preoccupata dal terribile scenario futuro.

Salvezza della Terra, scienziati lanciano un ultimatum

Fonte immagine: Unsplash

Recentemente la piattaforma scientifica Frontiers ha raccolto il grido d’allarme lanciato dagli scienziati, un ultimatum sullo stato di salute della Terra. Nonostante i ripetuti avvisi e per porre rimedio alla crisi climatica globale, sembra che poco sia stato fatto a riguardo.

Tra le questioni ambientali più urgenti da affrontare la prima riguarda una minaccia reale in grado di investire la sopravvivenza della biosfera e dell’uomo stesso. Gli scienziati sottolineano uno scarso o assente intervento nonché interesse da parte dei leader mondiali, seguito da una politica del tutto mancante nei confronti delle alternative sostenibili.

L’impatto dell’uomo sull’ambiente si sta rivelando terribile, l’umanità sta incidendo sulla salvaguardia della biodiversità e sulla sopravvivenza della stessa terra non più in grado di sostenere questi ritmi. Nonostante siano state avanzate soluzioni alternative e sostenibili il Pianeta sembra avviarsi verso la sesta estinzione di massa, con una perdita di circa il 75% di tutte le specie presenti.

La presenza umana è raddoppiata dal 1970 e questo ha aumentato i consumi delle risorse globali, con relativa compromissione degli ecosistemi naturali. Un esempio è la biomassa prodotta dagli allevamenti intensivi pari al 59%, seguita da quella umana ovvero il 36%, un’enormità paragonata al solo 5% prodotto dagli animali selvatici.

Terra, scenari drammatici per il futuro

Il futuro sembra un’incognita dai contorni funesti, nessuno dei Paesi e delle politiche mondiali sembra voler prendere in considerazione le strategie sostenibili avanzate dagli scienziati. Proposte alla portata di tutti, ma che non sembrano destare l’interesse di nessuno, anzi l’umanità sembra impegnata a consumare le risorse del Pianeta producendo al contempo un quantitativo esorbitante di rifiuti non riciclabili con relativo inquinamento. Non a caso le plastiche stanno devastando gli oceani, finendo per compromettere la sopravvivenza dei suoi abitanti o la bellezza di spazi incontaminati.

Con ricadute evidenti sulla salute dell’uomo stesso, come dimostra lo stesso Coronavirus da tempo paventato come probabile risultato di una serie di fattori concatenati. Ad esempio l’aumento delle temperature globali, una continua deforestazione e l’abbattimento della fauna locale, gli allevamenti e l’agricoltura intensiva, il commercio di animali selvatici in qualità di alimenti: un mix che ha facilitato la trasmissione degli agenti patogeni.

Gli scienziati sono turbati dall’inattività della politica che sembra non comprendere il peggioramento delle condizioni esistenziali future. Un disinteresse favorito dall’ascesa dei leader populisti come ad esempio in Brasile e negli ultimi quattro anni negli USA con Donald Trump, che hanno permesso un incremento del divario economico e a fronte di politiche incentrate sul recupero di energie come il petrolio.

Per questo è stata accolta con interesse la firma del neo presidente Joe Biden per il rientro degli Stati Uniti nell’Accordo di Parigi, un piccolo passo verso scelte maggiormente sostenibili ed emulabili.

Fonte: Frontiers

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