Rimborsi di settembre: la data da segnare nel calendario - Greenstyle.it
La data da segnare in rosso sul calendario: arrivano a tanti italiani i risarcimenti, già a settembre. Cosa c’è da sapere.
Chi è costretto a lasciare il lavoro ha diritto ad un supporto economico come noto come NASPI. La Naspi rappresenta una vera ancora per tantissimi lavoratori trovatisi improvvisamente senza stipendio.
L’accesso e il calcolo per l’assegno, però, dipende da diversi fattori e le regole, negli ultimi mesi, sono variate, per non parlare delle sentenze della giurisprudenza del lavoro che spesso ampliano – e chiariscono – la platea del beneficiari.
NASPI settembre 2025: la data da segnare
Ma quando arrivano i pagamenti della NASPI di settembre? Come previsto, l’assegno dovrebbe arrivare il 15 del mese per chi già percepisce il sussidio. Da quest’anno sono entrate in vigore nuove regole, come accennato, ovvero l’aumento dello 0,8% sull’importo e il massimale mensile, passato a 1.562,82 euro invece di 1.55o,42 euro dell’anno scorso. Il calcolo per l’assegno, però, non è dei più semplici: entrano in gioco diversi fattori, alcuni disciplinati in maniera diversa con la Legge di Bilancio dello scorso anno.
Partiamo col dire che l’indennità mensile, che è erogata dall’INPS, è prevista per tutti i lavoratori subordinati ma anche gli apprendisti, i lavoratori a tempo determinato del settore pubblico, i dipendenti licenziati (anche per giusta causa), per scadenza naturale del contratto, per dimissioni volontaria durante il periodo di maternità o paternità e per dimissioni per giusta causa.
Da quest’anno, però, i lavoratori che si dimettono volontariamente, oppure raggiungono un accordo con l’azienda per la risoluzione del contratto a tempo indeterminato ma che trovano una nuova occupazione, dovranno soddisfare altri requisiti per accedere alla NASPI. Un lavoratore deve aver maturato almeno 13 settimane di contribuzione (anche se non continuative). Un lavoratore che si dimette volontariamente il 15 febbraio 2025 e viene assunto il 10 marzo 2025, ma viene licenziato il 10 aprile 2025, non potrà accedere alla NASpI, non avendo accumulato le 13 settimane di contribuzione richieste.

Che succede, invece, per le assenze ingiustificate? Va ricordato è un’assenza è considerata ingiustificata quando si prolunga per più di 5 giorni o per 15 giorni, il tempo varia a seconda dei contratti CCNL. Superato questo lasso di tempo, l’assenza sarà considerata dimissione volontaria (salvo contro-prove) e questo dunque esclude il lavoratore dall’accesso alla NASPI.
Ma come si calcola l’indennità? L’assegno è pari al 75% della retribuzione media degli ultimi 4 anni, con un massimo fissato per legge. Ma nel calcolo ci sono altre variabili, come la decurtazione del 3% mensile a partire dal 6° mese, mentre è dall’8° mese per chi ha almeno 55 anni. Inoltre, ha una durata massima di 24 mesi, calcolata sulla meta delle settimane lavoratore negli ultimi 4 anni. Non bisogna dimenticare che la domanda va presentata all’INPS entro 68 giorni dall’uscita dal lavoro: se la domanda viene presentata entro 8 giorni dalla cessazione.
