
A chi spetta il Bonus Maroni: più soldi in busta paga - Greenstyle.it
A chi spetta e quali documenti bisogna subito preparare per ricevere il cosiddetto Bonus Maroni: più soldi in busta paga.
Il tema della pensione anticipata torna al centro dell’attenzione con la conferma per il 2025 del cosiddetto Bonus Maroni, un incentivo economico pensato per premiare i lavoratori dipendenti che scelgono di prolungare la loro attività lavorativa anche dopo aver maturato i requisiti per andare in pensione anticipata.
Le novità apportate quest’anno ampliano la platea dei beneficiari, includendo non solo chi rinuncia a Quota 103, ma anche chi decide di non esercitare il diritto alla pensione anticipata ordinaria.
I requisiti per accedere alla pensione anticipata
Ad oggi, la normativa italiana prevede diverse possibilità per l’accesso alla pensione anticipata. Tra queste, Quota 103 consente di andare in pensione con almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi versati. Accanto a questa misura si affianca la pensione anticipata ordinaria, che non prevede limiti di età ma richiede un’anzianità contributiva pari a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Chi raggiunge tali requisiti può scegliere di lasciare il lavoro anticipatamente o, appunto, di continuare a lavorare beneficiando del Bonus Maroni. Il Bonus Maroni è stato istituito con la Legge di Bilancio e confermato per il 2025 con importanti aggiornamenti.
Questo bonus prevede un incremento immediato della retribuzione netta mensile per i lavoratori che, pur avendo diritto alla pensione anticipata, optano per restare in servizio. In pratica, il meccanismo si basa sul versamento in busta paga dei contributi previdenziali che normalmente sarebbero destinati all’Inps. In termini numerici, si tratta di circa il 9,49% della retribuzione lorda mensile, con una percentuale leggermente ridotta per le aziende con meno di 15 dipendenti. La vera novità del 2025 è che questi contributi non vengono sottoposti a tassazione, garantendo così un aumento netto pieno e immediato dello stipendio.
Facciamo un esempio concreto: per una retribuzione annua lorda (Ral) di 30.000 euro, normalmente il lavoratore sostiene un costo contributivo di circa 2.847 euro annui (9,49%). Con il Bonus Maroni, questa somma non viene più versata all’Inps ma confluisce direttamente nella busta paga, aumentando lo stipendio netto di circa 219 euro al mese su 13 mensilità. Tuttavia, è importante sottolineare che i contributi non versati non saranno conteggiati ai fini pensionistici, comportando così una riduzione dell’assegno pensionistico futuro. Possono accedere al Bonus Maroni tutti i lavoratori dipendenti iscritti all’Inps o a fondi sostitutivi che:
- hanno maturato i requisiti per Quota 103 o per la pensione anticipata ordinaria;
- non percepiscono una pensione diretta (sono esclusi gli assegni di invalidità);
- non hanno ancora raggiunto l’età prevista per la pensione di vecchiaia, attualmente fissata a 67 anni.
Con le modifiche introdotte, la platea dei beneficiari è ora più ampia rispetto al passato, includendo chi rinuncia sia alla pensione anticipata flessibile sia a quella ordinaria. La richiesta del bonus deve essere presentata all’Inps, che ha 30 giorni per verificare i requisiti e comunicare l’esito al datore di lavoro. Solo dopo l’esito positivo della verifica il bonus può essere applicato in busta paga. La domanda può essere inoltrata:
- online, tramite il portale ufficiale www.inps.it, con accesso attraverso SPID, CIE o CNS;
- tramite patronato;
- contattando il Contact Center Inps ai numeri verdi 803164 (da rete fissa) o 06 164164 (da cellulare).

L’Inps ha già definito il calendario per il riconoscimento del Bonus Maroni in busta paga nel 2025:
- 1° agosto 2025: per i lavoratori dipendenti del settore privato iscritti all’Inps;
- 1° settembre 2025: per i lavoratori privati iscritti a fondi pensionistici diversi dall’Inps;
- ottobre e novembre 2025: per i dipendenti pubblici, con tempistiche differenti in base alla gestione previdenziale di appartenenza.
La scelta tra anticipare la pensione o continuare a lavorare con il Bonus Maroni è soggettiva e dipende dalle esigenze individuali. Optare per la pensione anticipata, sia con Quota 103 sia con la pensione anticipata ordinaria, significa accettare un assegno pensionistico inferiore rispetto a quello che si maturerebbe aspettando l’età di vecchiaia. Al contrario, chi decide di restare in attività lavorativa percepisce un aumento di stipendio immediato grazie al bonus, ma rinuncia ad accreditare ulteriori contributi previdenziali, con la conseguenza di una pensione futura più bassa. Per questo motivo, è sempre consigliabile effettuare simulazioni personalizzate, rivolgendosi a patronati o consulenti di fiducia, per valutare l’impatto a lungo termine di questa decisione.