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Pianta dell’incenso: caratteristiche, coltivazione e cura

La pianta dell'incenso è una varietà sempre più presente nelle abitazioni: ecco i consigli per coltivarla e curarla al meglio.

Pianta dell’incenso: caratteristiche, coltivazione e cura

Fonte immagine: Pixabay

La pianta dell’incenso è una varietà ornamentale sempre più diffusa all’interno delle abitazioni, data l’incredibile bellezza delle sue foglie e il dolce profumo che il vegetale emana. Graziosa e facile da usare, non va però confusa con il comune incenso da bruciare, poiché si tratta di specie differenti.

Ma quali sono le caratteristiche di questa pianta, quali le proprietà benefiche, come si coltiva e come si cura nel tempo?

Pianta di incenso: caratteristiche e usi

Pianta dell'Incenso

La pianta di incenso è una sempreverde appartenente alla famiglia delle Labiate: dotata di foglie verdi con bordi più chiari, è in grado di produrre un profumo molto intenso e caratteristico.

L’incenso, il cui nome botanico è Plectranthus Coleidos, si caratterizza anche per la crescita cespugliosa e per la presenza di fiori piccoli, che ricordano quelli della menta piperita.

Di questa pianta – conosciuta anche come edera svedese – esistono numerose varietà che possono essere coltivare sia a terra sia in vaso. Nonostante il nome comune che ne suggerisce un legame con la Svezia, in realtà questa specie vegetale ha origine nelle aree tropicali del Pianeta, in particolare nel Sudest asiatico.

Differenze con l’incenso da bruciare

Incenso

Un errore comune è quello di confondere l’incenso in pianta con quello da bruciare, distribuito in bastoncini o coni e impiegato per aromatizzare l’ambiente o per incentivare la meditazione.

Quest’ultimo ritrovato non viene ricavato dalla Plectranthus Coleidos, bensì si crea a partire dalla resina rilasciata dalla Boswellia sacra – una pianta erbacea diffusa in Africa, India e in Medio Oriente – poi aromatizzata con le più svariate fragranze.

Incenso: proprietà benefiche e usi

Punture di zanzare

La pianta dell’incenso presenta numerose proprietà benefiche, tanto da essere utilizzata da secoli come rimedio naturale molto efficace. Per questa ragione, il vegetale viene impiegato sia come varietà ornamentale che come ritrovato fitoterapico.

Innanzitutto, grazie all’aroma sprigionato dalle foglie, rappresenta un valido ed economico repellente contro le zanzare, caratteristica che rende l’incenso adatto a essere sistemato in giardino ma anche in terrazzo. Ancora, è efficace su altre tipologie di insetti, come mosche, cimici e tante altre specie ancora.

Non è però tutto, poiché i suoi estratti presentano caratteristiche antinfiammatorie e sono usati anche per farmaci o ritrovati fitoterapici contro coliti, disturbi digestivi, asma, reumatismi, dolori muscolari e artrite.

L’incenso è una pianta con notevoli proprietà fitoterapiche: infatti è ricco di sostante anti-infiammatorie utili a combattere colite, reumatismi, asma, artrite, ulcera, morbo di Crohn, gotta ed asma.

Incenso: come coltivare la pianta

Coltivare l’incenso non è difficile e non richiede particolari abilità: la pianta cresce spontanea soprattutto in Africa e Oceania e fiorisce generalmente nel periodo estivo. Capita spesso di ammirarne esemplari rampicanti che ricadono verso il basso, così come cespugli rigogliosi anche di altezza notevole.

Vi sono però diversi aspetti da tenere in considerazione, dall’esposizione solare alla tipologia di terreno, così come la procedura corretta per effettuare delle talee.

Sole e terreno: cosa richiede l’incenso

Coltivare

Il primo aspetto da tenere in considerazione se si sceglie di coltivare la pianta dell’incenso è l’esposizione al sole, avendo cura di non sistemarla in zone pienamente esposte al sole preferendo, invece, una sistemazione parzialmente ombreggiata.

I luoghi ideali in casa, ad esempio, sono in prossimità di una finestra dove possa beneficiare dei raggi del sole senza tuttavia subire danni a causa dell’esposizione diretta. Anche il calore secco generato dai caloriferi durante la stagione invernale può danneggiare la pianta, pertanto è consigliato umidificare l’ambiente utilizzando degli appositi contenitori per l’evaporazione dell’acqua.

L’incenso, inoltre, soffre a causa delle basse temperature soprattutto quando il termometro scende al di sotto dei 10°C, soglia da tenere sotto controllo per eventualmente spostare la pianta in casa. È anche necessario garantire irrigazioni abbastanza frequenti, facendo in modo che il terriccio sia sempre umido e mai asciutto.

È soprattutto in estate, inoltre, che questa pianta ha bisogno di acqua e di vaporizzazioni frequenti. Il terriccio deve essere ben drenato e ricco di sostanze organiche, anche aggiunte con il compost, evitando che l’apporto d’acqua possa generare ristagni d’acqua potenzialmente pericolosi specialmente per le radici.

Pianta dell’incenso: come fare la talea

Cesoie, potatura

Una delle principali modalità per propagare la pianta d’incenso, ovvero per ottenere nuovi esemplari, è ricorrere alla talea. Questa varietà tende infatti a sviluppare rapidamente radici, da rametti appositamente recisi. Ma come effettuare la talea?

È sufficiente tagliare un rametto di lunghezza non inferiore ai 10 o 15 centimetri, dotato di diverse foglie. Quest’ultimo dovrà essere immerso in acqua tiepida per circa un paio di giorni, finché non appariranno nuove radici. Quando proprio le radici appariranno sufficientemente lunghe, si potrà trapiantarlo in un piccolo vasetto riempito con del terriccio morbido e un po’ di concime organico.

Incenso: come curare la pianta

Pianta dell'incenso

Per quanto riguarda le cure che è necessario garantire all’incenso, come già accennato, i ristagni d’acqua sono certamente uno dei pericoli da tenere lontani per fare in modo che la pianta abbia una aspettativa di vita adeguata. Piuttosto che irrigare abbondantemente è preferibile utilizzare uno spray per vaporizzare foglie e terriccio, proteggendo l’incenso dal marciume radicale.

Un altro aspetto da monitorare riguarda l’ingiallimento delle foglie, che generalmente deriva da un’esposizione troppo diretta ai raggi solari, mentre un clima troppo umido rischia di sviluppare lo oidio, o mal bianco: detta anche nebbia o albugine, è una malattia causata da funghi Ascomycota che si propaga a causa del trasporto del vento di questa tipologia di organismi. Molto comune nelle piante ornamentali, il mal bianco è responsabile di causare chiazze biancastre che somigliano molto alle comuni ragnatele, localizzate sulle foglie e sui fiori.

A causa dell’oidio, inoltre, la pianta si secca progressivamente andando incontro ad avvizzimento e a debolezza. Meno frequente è l’infestazione causata da parassiti, che rischiano di aggredire l’incenso solo se la pianta è messa a contatto con altre piante infestate.

Pianta dell’incenso in inverno

Termosifone

Particolare attenzione serve alla cura della pianta di incenso durante la stagione invernale, poiché la pianta tende a soffrire le basse temperature. Come già accennato, il vegetale va mantenuto in un clima mediamente umido e con colonnina di mercurio al di sopra dei 10 gradi. Allo stesso tempo, però, non può essere posizionato nei pressi del termosifone, poiché l’aria eccessivamente secca potrebbe danneggiarlo.

Durante l’inverno, può essere utile spostare la pianta d’incenso in bagno, dove potrà approfittare sia della temperatura ideale che della sufficiente umidità. Le annaffiature andranno però ridotte, soprattutto quando il terriccio rimane eccessivamente umido e l’acqua fatica a evaporare.

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