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Incentivi rinnovabili: intervista a Chicco Testa sul tagliabolletta di Zanonato

Chicco Testa getta acqua sul fuoco: le polemiche di Anie/Gifi contro la proposta di Zanonato nascerebbero da un malinteso.

Incentivi rinnovabili: intervista a Chicco Testa sul tagliabolletta di Zanonato

Dopo la coda polemica scatenata dalle dichiarazioni del Ministro Flavio Zanonato e l’appoggio incassato da Assoelettrica e assoRinnovabili, abbiamo deciso di intervistare sull’argomento alcuni dei protagonisti della discussione. Il primo a rispondere alle nostre domande è stato Chicco Testa, presidente di Assoelettrica.

Testa ha chiarito i motivi del suo sì alla proposta di Zanonato. Come vedrete, alla base delle contestazione da parte di Anie/Gifi ci sarebbe una cattiva comprensione della reale proposta ministeriale,

Riportiamo di seguito le nostre domande e le risposte che Testa ci ha gentilmente concesso:

La proposta del ministro Zanonato di dilazionare i pagamenti degli incentivi alle rinnovabili, in modo da sgravare le bollette energetiche in almeno una delle componenti, ha diviso le associazioni di settore. Anie/Gifi si è detta assolutamente contraria, mentre assoRinnovabili, per fare un esempio, si è mostrata molto più possibilista. Come presidente di Assoelettrica lei ha preso posizione a favore del provvedimento. Può spiegare le sue ragioni?

La rimodulazione degli incentivi alle fonti rinnovabili elettriche indicata dal ministro Zanonato non ha a mio parere motivo di dividere le associazioni di settore. Il ministro ha ribadito in più occasioni che il provvedimento non lede in alcun modo i diritti acquisisti dei produttori di energia da fonti rinnovabili e che quindi gli incentivi promessi verranno riconosciuti nei tempi previsti. La posizione di Anie/Gifi probabilmente deriva da un’interpretazione imprecisa del provvedimento proposto dal ministro, secondo l’associazione potrebbe essere infatti previsto un allungamento dei tempi di erogazione degli incentivi (da 20 a 30 anni), cosa smentita dal ministro stesso. La questione fondamentale è che i consumatori (famiglie e aziende) dovranno pagare in bolletta 12 miliardi all’anno per i soli incentivialle fonti rinnovabili. L’emissione di obbligazioni del valore di circa 3 miliardi l’anno per un certo numero di anni permetterebbe invece di spalmare in un tempo più lungo il costo di tali incentivi, ciò comporterebbe certo un aumento della spesa complessiva a causa degli interessi che graverebbero su questi bond, ma si potrebbero ridurre da subito le bollette elettriche delle famiglie (per 1 miliardo) e delle imprese (2 miliardi). [come indicato ieri dal sottosegretario De Vincenti].

Non crede che un provvedimento del genere possa essere vissuto dalle aziende che beneficiano degli incentivi come un tradimento di un patto sottoscritto?

No, infatti come detto prima il ministro Zanonato ha ribadito che i produttori di energia rinnovabile riceveranno gli incentivi previsti nei tempi previsti.

Lei, alla luce dell’attuale sistema di incentivi e delle prospettive in atto, suggerirebbe l’investimento nel settore delle rinnovabili in generale e del fotovoltaico in particolare, ovviamente nel nostro Paese? Non crede che negli ultimi anni il solare abbia perso troppa competitività?

Il solare fotovoltaico non ha perso competitività perché non l’ha mai avuta, è stato attraente dal punto di vista economico grazie a incentivi spropositati che hanno permesso ad alcuni guadagni altrettanto spropositati. Oggi invece nonostante l’eliminazione degli incentivi e grazie all’abbassamento dei costi di installazione la competitività del solare sta migliorando, attualmente è conveniente installare impianti che prevedono l’autoconsumo d buona parte dell’energia prodotta, questo anche grazie a detrazioni fiscali per gli impianti fotovoltaici domestici che possono arrivare al 50% del costo di investimento e alla possibilità di accedere allo Scambio sul Posto del GSE. Anche l’investimento in altre fonti rinnovabili può essere interessante dal punto di vista economico ma si prevede che per le FER non fotovoltaiche in Italia gli incentivi saranno indispensabili anche oltre il 2020 [affermazione in riferimento alle seguenti dichiarazioni].

In molti ritengono che si potrebbe intervenire sulle bollette energetiche, riducendone l’importo, tagliando altre voci, come gli sgravi ai “grandi consumatori energetici”, i sussidi alle fonti fossili, etc. Secondo una stima di Legambiente, queste “voci” sarebbero pari a circa 5 miliardi annui. Perché questa strada non sarebbe praticabile secondo lei o, comunque, perché ritiene sia meglio intervenire sui sussidi alle rinnovabili?

Legambiente ha pubblicato tempo fa un dossier contenente delle indicazioni su come, secondo l’associazione, sarebbe possibile “da subito” alleggerire le bollette. Soluzioni che però di semplice e immediato hanno poco e nulla. ad esempio lei ha citato gli sgravi per i grandi consumatori, il problema è che il sistema elettrico ha dei costi fissi (costi di rete, oneri di sistema…) che vanno “spalmati” sulle utenze, i costi più rilevanti sono proprio gli incentivi alle fonti rinnovabili. Nella distribuzione tra le utenze di questi costi fissi il legislatore ha valutato che le aziende grandi consumatrici di elettricità e che potenzialmente devono competere sui mercati internazionali debbano pagare oneri di sistema solo fino a una certa soglia di spesa, una soglia comunque elevata, superiore ai 400 mila euro al mese, saranno inoltre presto in atto ulteriori sgravi per le imprese energivore. Anche se decidessi di ridistribuire in altro modo questi costi fissi tra le diverse utenze i costi complessivi rimarrebbero inalterati. In bolletta si pagano anche gli incentivi Cip6 alle fonti assimilate ma che pesano sulla componente A3 per meno di un ventesimo degli incentivi alle fonti rinnovabili (541 Mln€ nel 2013) e che si prevede calino gradualmente e si estinuguano nel 2020, una loro prematura cancellazione lederebbe i diritti acquisiti dei produttori, un precedente che non farebbe certo piacere ai produttori da FER. Altra proposta di Legambiente è eliminare l’IVA sugli oneri di sistema e in particolare sulla componente A3 con la quale si finanziano gli incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate, un risparmio potenziale di 2 miliardi per i consumatori ma un aggravio di 2 miliardi per le casse dello Stato e per il quale non si suggerisce una copertura alternativa.

Il Ministero proprio in questi giorni sta lavorando su altre voci di costo presenti nella bolletta elettrica bolletta come ad esempio una modifica del meccanismo dell’interrompibilità, ma ribadisco, questi sono provvedimenti che di facile e immediato hanno veramente poco.

[Per una risposta più dettagliata rimando a Bollette: L’uovo di colombo… pardon, di cigno sul sito di Assoelettrica]

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