Greenstyle Ambiente Inquinamento Gas metano CH4: quanto inquina e dove si trova

Gas metano CH4: quanto inquina e dove si trova

E' un potente gas serra che contribuisce al riscaldamento globale. Sebbene la sua vita atmosferica sia più breve rispetto alla CO2, il metano ha un potenziale di riscaldamento globale maggiore su scala decennale. Le sue principali fonti di emissione includono l'industria del petrolio e del gas, l'allevamento di bestiame, le discariche e le zone umide. Il Global Methane Pledge mira a ridurne entro il 2030 le emissioni globali di almeno il 30% rispetto ai livelli del 2020.

Gas metano CH4: quanto inquina e dove si trova

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Il metano (CH4) è un potente gas serra che contribuisce – insieme alla CO2 e ad altri gas – al riscaldamento globale. Ma qual è il suo ruolo nell’inquinamento atmosferico, quali le sue principali fonti di emissione e le conseguenze ambientali derivanti dalla sua presenza nell’atmosfera? In questo articolo analizziamo dove si trova (ovvero le attività umane dalle quali scaturiscono le maggiori emissioni) e come e quanto influisce sul clima e sull’ambiente.

Cos’è il metano

Il metano è un gas naturale, incolore, inodore ed altamente infiammabile. È composto da un atomo di carbonio e quattro atomi di idrogeno (CH4) ed è il principale costituente del gas naturale, una fonte di energia fossile. Il metano si forma principalmente attraverso processi biologici anaerobici, come la decomposizione di materia organica in ambienti privi di ossigeno (paludi, terreni umidi e l’intestino degli animali ruminanti). È anche emesso durante l’estrazione e il trasporto di combustibili fossili, nonché durante la produzione di rifiuti organici. Il metano ha un significativo impatto sul cambiamento climatico in quanto è un potente gas serra con un’efficienza di cattura del calore maggiore rispetto al biossido di carbonio (CO2).

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Perché il metano è inquinante?

Anche se il metano è un combustibile relativamente pulito quando bruciato per la produzione di energia, le sue emissioni durante l’estrazione, il trasporto e la produzione dei rifiuti possono avere gravi conseguenze ambientali. E’ considerato inquinante principalmente per due ragioni. Innanzitutto, per il fatto – come appena visto –  di avere una grande capacità di “trattenere, in maniera consistente, una parte considerevole della componente nell’infrarosso della radiazione solare che colpisce la Terra ed è emessa dalla superficie terrestre, dall’atmosfera e dalle nuvole” (Wikipedia). Capacità maggiore rispetto ad altri gas serra.

Secondo, poi, in quanto reagisce con altri composti chimici nell’atmosfera fino a formare ozono troposferico, un componente dannoso dello smog con spiacevoli conseguenze sulla salute umana (può causare problemi respiratori), sulle colture agricole e sugli ecosistemi. Il metano tende a reagire con l’ossigeno per trasformarsi in acqua e CO2. Una volta che si disperde nell’atmosfera, cattura il calore emanato dal Pianeta contribuendo ad accentuare l’effetto serra. C’è da sottolineare come gran parte del suo rilascio ( circa il 50-65%) sia causato dalle attività umane. Ed il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) sta fortemente combattendo a livello globale per ridurne le emissioni.

Inquina di più il metano o il GPL?

Il GPL, acronimo di Gas di Petrolio Liquefatti, non è altro che un mix di combustibili derivati dalla lavorazione del petrolio. Per rispondere alla domanda, nonostante inquini in maniera minore rispetto a Diesel e benzina, il suo potere inquinante è maggiore di quello del metano.

Gas metano CH4: quanto inquina

Nonostante la sua breve vita in atmosfera (10-12 anni), è responsabile di circa il 30% del riscaldamento globale. A causa della sua struttura, infatti, è in grado di intrappolare nell’atmosfera più calore per molecola rispetto all’anidride carbonica (CO2 ). Ciò lo rende circa 80 volte più dannoso di quest’ultima per 20 anni dopo il suo rilascio.

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Quali sono le principali emissioni di metano

Le principali fonti di emissione del metano gas serra sono gli allevamenti, la coltivazione del riso, l’utilizzo di combustibili fossili e le discariche. A livello globale, circa il 30% viene prodotto dalle zone umide (stagni, laghi e fiumi). Il 20% deriva dall’agricoltura (allevamento, gestione dei rifiuti e coltivazione del riso). Un altro 30% proviene dalle attività legate all’estrazione di petrolio, gas e carbone. Quasi la metà di tutte le emissioni di metano di origine antropica derivano da Cina, Stati Uniti, Russia, India, Brasile, Indonesia, Nigeria e Messico. In Europa, il 53, 26 e 19 per cento delle emissioni di metano arrivano rispettivamente da agricoltura, industria ed energia.

Agricoltura

Il metano prodotto da allevamento e agricoltura è generalmente prodotto a partire da processi biologici noti come fermentazione enterica e fermentazione anaerobica. Nel caso degli animali allevati, come mucche, pecore e capre, il processo di digestione ruminale nel loro apparato digerente produce metano come sottoprodotto. Questo avviene durante la decomposizione dei materiali organici presenti nel loro cibo, principalmente fibre vegetali. In agricoltura, il metano viene emesso principalmente dalla decomposizione anaerobica dei residui vegetali, come letame, paglia e residui di colture, in strutture di stoccaggio come lettiere o laghetti di scorrimento.

Uso e cambiamento del suolo, foreste

Le emissioni di CH 4 si verificano anche come risultato dell’uso del suolo e delle attività di gestione del territorio nel settore dell’uso del suolo. In caso di incendi di foreste e prati o nella gestione di terreni allagati, della decomposizione della materia organica nelle zone umide. O quando i terreni vengono convertiti ad altri usi.

Energia e industria

I settori dell’energia e dell’industria comprendono una vasta gamma di attività alle quali sono legate le emissioni di metano. Si tratta, ad esempio, dell’estrazione del carbone,  o della produzione, della lavorazione, dello stoccaggio, della trasmissione e distribuzione del gas naturale. Ancora, coinvolti nelle emissioni di CH4 sono anche la produzione, il trasporto e lo stoccaggio del petrolio greggio.

Rifiuti

Decomposizione dei rifiuti e trattamento delle acque reflue sono due fonti di emissione di metano. Questo può essere generato dai rifiuti attraverso un processo noto come decomposizione anaerobica. Che avviene quando i rifiuti organici vengono smaltiti in discariche o trattati in impianti di digestione anaerobica. Nelle discariche, i rifiuti organici vengono sepolti e privati dell’ossigeno, dove viene a crearsi un ambiente ideale per batteri che decompongono la materia organica e producono metano. Nei sistemi di digestione anaerobica, i rifiuti organici vengono trattati in serbatoi sigillati dove i batteri anaerobici decompongono la materia organica, generando metano e altri gas.

Zone umide

Zone umide naturali non gestite dall’uomo sono un’altra fonte di emissioni del metano. Nei laghi e negli stagni – ma non solo – il metano è prodotto principalmente attraverso la decomposizione anaerobica della materia organica che avviene in assenza di ossigeno, specie nei sedimenti sul fondo dei corpi d’acqua, dove si accumulano grandi quantità di materiale organico come foglie morte, alghe e detriti vegetali. Su questi intervengono dei batteri anaerobici, ancora una volta, producono metano come sottoprodotto del loro metabolismo.

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Che danni provoca il metano?

La concentrazione di metano nell’atmosfera è attualmente maggiore di due volte e mezzo rispetto ai livelli preindustriali. Ciò che preoccupa, però, è il fatto che sia in costante aumento. Le emissioni di metano causano l’inquinamento da ozono troposferico a livello del suolo, che provoca a sua volta circa un milione di morti premature all’anno nel mondo. Inoltre, riduce la produttività delle colture e danneggia gli ecosistemi. Influisce sulla temperatura terrestre e sul sistema climatico. Dopo la CO 2, è il principale responsabile del riscaldamento globale.

L’UE ha sottoscritto il Global Methane Pledge, un accordo lanciato alla COP26 da UE e Stati Uniti e che include oltre 100 paesi, che mira a ridurre entro il 2030 le emissioni globali di metano di almeno il 30% rispetto ai livelli del 2020. Ciò dovrebbe portare ad una diminuzione del riscaldamento di oltre 0,2°C entro il 2050.

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