Greenstyle Alimentazione Dieta Plank: perché non ha funzionato

Dieta Plank: perché non ha funzionato

Dieta Plank, ecco perché è importante seguirla correttamente, senza superare le tempistiche indicate e senza cadere in tentazione.

Dieta Plank: perché non ha funzionato

Fonte immagine: Pixabay

Dieta Plank, il regime dietetico più in voga del momento che basa il suo successo su un incredibile e rapido dimagrimento, il tutto in sole due settimane. I risultati sono sorprendenti anche perché il tutto ruota intorno a una proposta alimentare iperproteica, senza carboidrati a eccezione di qualche fetta di pane. Con l’utilizzo di pochissime verdure e frutta, un menu che punta sulla combinazione di pochi alimenti proteici da alternare nell’arco del periodo legato alla dieta.

La Dieta Plank permette di perdere fino a nove chilogrammi in sole due settimane, grazie a un menù ricco di proteine animali e garantisce risultati evidenti. Il menu non contempla la presenza di condimenti, dolcificanti come lo zucchero, alcolici e bevande gassate, e neppure una fase di mantenimento.

Le due settimane di dieta risultano molto incisive e contribuiscono a risvegliare il metabolismo, ma la dieta non può proseguire oltre perché considerata troppo sbilanciata. Inoltre è consigliabile affrontarla dopo aver consultato il medico, ad esempio non è adatta per chi soffre di malattie e problematiche come il diabete. Ma la Dieta Plank funziona davvero?

Dieta Plank: perché non ha funzionato

Dieta Plank, in cosa consiste

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Dieta Plank
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Come anticipato la Dieta Plank è un regime alimentare iperproteico da affrontare per sole due settimane dove i cibi da assumere sono quasi tutti di origine animale: carne, pesce, uova, pochissimo pane e formaggi limitati a un’unica scelta da alternare con lo yogurt.

Anche la verdura e la frutta, in particolare, risultano quasi del tutto assenti come i dolcificanti e gli extra. Ovviamente un regime così iperproteico spinge il corpo a riattivare il metabolismo così da bruciare i grassi accumulati trasformandoli in energia.

Ma non esiste un periodo di mantenimento post dieta e questa tipologia di menu non è adatta a tutti, un percorso che potrebbe creare non pochi problemi a chi soffre di qualche malattia o patologia cronica. Se si vuole affrontare la Dieta Plank è importante chiedere supporto a un nutrizionista che potrà stilare anche un menu post dieta necessario per reintegrare i cibi senza riprendere i chili persi. Una fase di mantenimento che risulti sana ed equilibrata.

Cosa non ha funzionato?

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Dieta Plank
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In molti lamentano l’inefficacia di questa dieta perché troppo restrittiva e poco varia, non tutti riescono a mostrare la costanza necessaria e la sopportazione di questo menu così drastico. Il dimagrimento potrebbe verificarsi ma al contempo potrebbe subentrare un effetto yo-yo, con il recupero dei chili persi. Un classico che accade dopo aver seguito una dieta così restrittiva e senza il supporto di un percorso di reintegro dei cibi coordinato da un esperto di fiducia.

Il tutto potrebbe risultare ancora più complicato se non si affianca alla dieta un percorso di fitness anche blando, o se si eccede agli extra durante le due settimane. Non è una dieta che si può rielaborare o modificare a proprio piacimento, ma segue un ordine preciso, lineare che richiede molta concentrazione e tantissima costanza.

Inoltre in molti criticano la composizione stessa del menu che offre un quantitativo proteico superiore al reale fabbisogno corporeo, non propriamente bilanciato tanto fa favorire problematiche come la disidratazione, l’ipoglicemia e la carenza nutrizionale di sali minerali, vitamine e fibre alimentari.

Agevolando anche una serie di malesseri fisici quali stanchezza, crampi, insonnia, debolezza e perdita del tono muscolare. Qualunque sia la scelta è bene chiedere sempre consiglio al medico di fiducia che potrà indicare la soluzione più adatta alla singola condizione fisica.

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