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Commemorazione dei defunti: perché i crisantemi?

In Italia il crisantemo è associato alla Commemorazione dei Defunti del 2 novembre, eppure in altre culture indica gioia e felicità: origini e leggende.

Commemorazione dei defunti: perché i crisantemi?

Come ogni anno, il 2 novembre cade la ricorrenza della Commemorazione dei Defunti. Si tratta di una celebrazione di origine cattolica molto sentita in Italia: un’occasione speciale per ricordare quelle persone care ormai scomparse. Nei secoli, le radici religiose si sono unite ad altre tradizioni di provenienza popolare, come quella di un mazzo di crisantemi da adagiare sulla tomba del defunto.

Eppure il crisantemo, un fiore tipicamente autunnale, solo sullo Stivale è associato alla nostalgia e alla tristezza della morte, mentre altrove indica gioia, sincerità, passione per la vita. È il caso dei paesi asiatici, ad esempio, dove l’esemplare è spesso scelto per matrimoni, compleanni e altre ricorrenze positive. Da dove deriva, di conseguenza, questa usanza popolare del tutto tricolore? Di seguito, qualche informazione sul significato del fiore, nonché l’origine tra fiabe, leggende e racconti orali.

Crisantemo: il significato del fiore

Crisantemo giallo
Yellow chrysanthemums via Shutterstock

Con il termine Chrysanthemum si intende un ricchissimo genere di piante angiosperme della famiglia delle Asteraceae. La loro origine può essere fatta risalire in Asia e in Europa dove, nel tempo, si sono sviluppate moltissime varietà e altrettante ibridazioni. Amanti delle temperature fresche, queste piante fioriscono tra la fine dell’estate fino a novembre inoltrato, a seconda delle caratteristiche climatiche del luogo di residenza. Si caratterizzano per dei fiori a corolla, dai delicati petali allungati, sovrapposti in diverse file concentriche oppure dalle singolari forme geometriche. Anche le colorazioni sono le più varie: si parte dal candido bianco, per passare dal giallo, il rosso e un intenso violaceo.

A seconda delle culture e delle regioni del mondo, ai crisantemi nei secoli sono stati associati i più svariati significati. Come già accennato, in Italia il crisantemo è legato ai defunti: oltre a essere la varietà d’elezione per le ricorrenze del 2 novembre, infatti, viene scelto tutto l’anno in occasione di celebrazioni funebri o anniversari correlati. L’adozione è certamente incentivata dall’ampia disponibilità autunnale delle pianta, poiché proprio a novembre trova sullo Stivale il massimo della fioritura, ma anche perché la sua resistenza ai climi più rigidi rappresenta, in un certo senso, la vittoria della vita sulla morte: nella tradizione cattolica, la morte è infatti soltanto un passaggio dell’esistenza, poiché quest’ultima prosegue nella vita ultraterrena.

Nelle altre culture mondiali, tuttavia, al fiore non sono attribuiti significati funesti. In Corea del Sud, ad esempio, il crisantemo è la varietà d’eccellenza per i festeggiamenti e i momenti importanti della vita: rappresenta la gioia e la purezza di un matrimonio, la felicità di un compleanno, con i suoi colori esalta tutte le stagioni della vita. Lo stesso in Cina, dove in autunno le strade e i mercati tipici si riempiono dei mille colori, mentre in Giappone è addirittura il fiore nazionale. In occasione della fioritura, infatti, l’Imperatore tiene delle sentite celebrazioni nei giardini della reggia imperiale, dove vengono presentate tutte le varietà, nonché le nuove ibridazioni dell’anno.

Crisantemi e defunti: le origini

Crisantemo
Orange-yellow Chrysanthemum flowers via Shutterstock

Non è semplice risalire alle origini della tradizione del crisantemo per la Commemorazione dei Defunti o, comunque, per tutte quelle ricorrenze legate alla morte. L’usanza, infatti, si è sviluppata per secoli e nel tempo è diventata talmente diffusa tanto da perderne le tracce. Tuttavia, permangono alcune significative interpretazioni, nonché delle suggestive leggende ancora oggi tramandate a livello orale.

La motivazione più plausibile alla scelta del crisantemo deriva, come facile intuire, dall’elevata disponibilità nel mese di novembre. Raggiungendo in Italia il massimo della fioritura tra la fine di ottobre e l’inizio del mese successivo, il ricorso per il 2 novembre è stata una naturale conseguenza. L’usanza, in particolare, sembra essere nata dai ceti meno abbienti: data ai tempi l’abbondante crescita spontanea in prati e sottoboschi, anche i più poveri hanno potuto raccogliere degli splendidi fiori da donare ai cari.

Interessante è anche una leggenda, raccontata sotto forma di fiaba e molto popolare in molte zone d’Italia. I protagonisti variano da regione a regione – in alcuni racconti si parla di un angelo della morte, in altre di un’anziana giunta dal nulla – ma l’impianto è il medesimo. Tradizione vuole che, nel mese di novembre, una bambina fosse al fianco della madre gravemente malata. All’aggravarsi delle condizioni di salute della donna, in una fredda sera un angelo della morte bussò alla porta della loro umile abitazione. L’angelo, commosso dalla disperazione della figlia, decise di offrire una concessione: avrebbe donato alla madre tanti anni quanto i petali del fiore che la bambina sarebbe riuscita a consegnare l’indomani. Partita per i campi alla ricerca dell’esemplare più florido, la piccola però si imbatté in fiori esili e ricoperti di brina, dati i freddi autunnali. Senza perdersi d’animo, scelse quindi una sparuta margherita e, con incredibile pazienza, divise ogni singolo petalo in tanti più piccoli, nella speranza l’esistenza della madre potesse essere lunga e longeva. Consegnato il fiore all’angelo, quest’ultimo rimase impresso da tanto impegno e amore, tanto da regalare all’amata madre ancora molti decenni di vita. L’anno successivo, i campi limitrofi non videro più la nascita delle margherite, bensì di coloratissimi crisantemi, dalle decine di delicati petali ciascuno.

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