Assegno dall'INPS da 850 euro al mese: a chi spetta - Greenstyle.it
A chi spetta l’assegno da 850 euro al mese dall’INPS: requisiti, domande e tutti i documenti che bisogna preparare.
Con l’avvio della sperimentazione della Prestazione Universale a partire dal 1° gennaio 2025, il governo italiano ha compiuto un passo decisivo verso una riforma strutturale del sostegno agli anziani non autosufficienti.
Questa nuova misura, definita dai decreti legislativi e attuativi pubblicati nel 2024 e nel 2025, introduce un assegno mensile di 850 euro rivolto agli ultraottantenni con gravi necessità assistenziali, integrando e superando precedenti forme di aiuto economico.
La Prestazione Universale: una svolta nel sostegno agli anziani non autosufficienti
La Prestazione Universale, disciplinata dal decreto legislativo 29/2024 e dal successivo decreto attuativo del 21 febbraio 2025, rappresenta un’unica soluzione economica pensata per rispondere alle esigenze di assistenza degli anziani in condizioni di gravissima non autosufficienza. La sperimentazione durerà fino al 31 dicembre 2026, durante i quali l’INPS erogherà un contributo che assorbe sia l’indennità di accompagnamento (prevista dalla legge 18/1980), che l’assegno di assistenza, attualmente pari a 850 euro mensili.
Questo pacchetto economico ha lo scopo di coprire principalmente le spese legate all’assistenza domiciliare, sia attraverso l’impiego di badanti regolarmente contrattualizzati (con un minimo di 15 ore settimanali), sia tramite servizi professionali qualificati erogati da imprese o operatori specializzati nel settore sociale non residenziale. Per poter beneficiare di questo sostegno economico, è necessario rispettare quattro requisiti fondamentali:
- Età: il richiedente deve aver compiuto almeno 80 anni, anche nel mese in cui si presenta la domanda;
- Gravità della condizione: la persona deve essere in una situazione di non autosufficienza gravissima, certificata da una valutazione sanitaria specifica. Tra le condizioni riconosciute si includono coma, demenza grave, disabilità motorie totali, ventilazione assistita, gravi forme di autismo o ritardo mentale profondo, o qualunque situazione che richieda assistenza continua 24 ore su 24;
- Indicatore ISEE sociosanitario: il valore deve essere pari o inferiore a 6.000 euro, calcolato tramite ISEE ordinario o ristretto (che considera solo il beneficiario, il coniuge e i figli fiscalmente a carico);
- Titolarità dell’indennità di accompagnamento: è indispensabile che l’interessato sia già titolare dell’indennità di accompagnamento prevista dalla legge 18/1980, e che questa risulti attiva e non sospesa al momento della domanda.

Tutti questi requisiti devono essere soddisfatti contemporaneamente per poter accedere al beneficio. La Prestazione Universale si compone di due quote distinte: una quota fissa corrispondente all’importo dell’indennità di accompagnamento (attualmente 542,02 euro) e una quota integrativa, l’assegno di assistenza, pari a 850 euro mensili, erogata nei limiti delle risorse disponibili. La quota integrativa è finalizzata a coprire le spese per il lavoro di assistenza svolto da operatori domestici regolarmente assunti secondo i contratti collettivi nazionali (articolo 51 del D.lgs. 81/2015), oppure per finanziare servizi qualificati forniti da imprese o professionisti del settore dell’assistenza sociale non residenziale.
Le prime erogazioni sono iniziate a giugno 2025, e coloro che hanno presentato domanda tra gennaio e maggio hanno già ricevuto gli arretrati. L’assegno viene riconosciuto a partire dal mese di accoglimento della domanda e continuerà ad essere erogato fino al termine della sperimentazione, previsto per dicembre 2026, o fino alla perdita dei requisiti. Il governo ha stanziato risorse pari a 500 milioni di euro per il biennio 2025-2026, sufficienti a coprire circa 25.000 beneficiari ogni anno, con l’obiettivo di garantire un’assistenza più efficace e tempestiva a una delle fasce più fragili della popolazione italiana.
