
Ape nell'alveare
Si è parlato molto delle api nell’ultimo anno, soprattutto delle minacce ambientali che ne stanno decimando la popolazione. Eppure si tratta di un insetto fondamentale per la salute del Pianeta e l’equilibrio degli ecosistemi, tanto che di recente si è scoperto come sia in grado addirittura di riciclare la plastica. Sì, le api possono utilizzare questo materiale – poco biodegradabile e altamente inquinante – per costruire i loro alveari.
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A svelarlo degli studi condotti dai ricercatori dell’Università di New York e della canadese Università di Guelph, pubblicati poi sulla rivista scientifica Ecosphere dell’Ecological Society of America. Come noto, le api sono solite costruire i loro alveari nelle cavità del terreno o negli anfratti delle costruzioni e, per farlo, ricorrono a diversi materiali tra cui foglie, fango e piccoli sassolini. I ricercatori, analizzando alcuni nidi d’ape campione, si sono accorti come due specie di ape siano in grado di sfruttare anche degli scarti non naturali, fra cui appunto la plastica.
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La varietà Megachile rotundata, ad esempio, riutilizza dei frammenti delle buste di plastica, con cui sostituisce il 23% delle foglie normalmente impiegate. La Megachile campanula, invece, sembra preferire i materiali resinosi, con cui sigilla le feritoie esterne che si vengono a creare tra la cavità e il nido. Vi è però una notazione importante scoperta dai ricercatori: gli insetti non ricorrerebbero alla plastica perché confusa con la vegetazione e nemmeno perché vi sarebbe una penuria di foglie, aghi di pino e altri elementi naturali. L’analisi delle costruzioni svela come i materiali plastici vengano sottoposti a dei processi costruttivi diversi – ad esempio, vi è una differente masticazione rispetto alle foglie – e spesso vengano preferiti alle altre disponibilità vegetali. La motivazione non è ancora ben chiara – forse si ottiene un isolamento migliore, così come è più facile mantenere la temperatura dell’alveare – ma è certamente una buona notizia per il recupero dei rifiuti. Tra le ipotesi più accreditate, quella che le api abbiano scoperto le qualità delle buste nel separare i nidi dall’attacco di agenti esterni, che sia un predatore oppure un microscopico parassita.
In definitiva, le api si confermano nuovamente come degli esseri straordinari, indispensabili per la nostra sussistenza. E decisamente inclini al riciclo, molto di più di quanto non lo sia il pigro genere umano.