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Tumori: il tè verde Matcha uccide cellule nocive secondo studio UK

Dal tè verde Matcha un possibile aiuto per contrastare il tumore al seno, a sostenerlo uno studio della Univerisity of Salford.

Tumori: il tè verde Matcha uccide cellule nocive secondo studio UK

Fonte immagine: Tè verde Matcha / Pixabay

Dal tè verde Matcha un possibile aiuto naturale per combattere il tumore al seno. Questo è quanto ha affermato un gruppo di ricercatori della University of Salford, secondo i quali la sempre più popolare bevanda aiuterebbe a tenere sotto controllo le cellule tumorali incrementando le possibilità di avere ragione della malattia.

Alcune componenti all’interno del tè verde Matcha porterebbero le cellule neoplastiche ad assumere uno stato definito “dormiente”, limitandone l’attività mitocondriale. In particolare, spiegano i ricercatori, le cellule staminali del tumore al seno (in grado di mutare in qualunque altra formazione tumorale) verrebbero inibite fino a diventare inattive e morire. Come ha dichiarato il prof. Michael Lisanti, a capo dello studio pubblicato sulla rivista Aging:

Il tè Matcha impedisce alle cellule di “fare rifornimento” e le porta a diventare inattive e di conseguenza a morire. Il tè verde Matcha è un prodotto naturale utilizzato come supplemento alla dieta dotato di un grande potenziale per un certo numero di trattamenti.

Un invito a procedere con maggiore cautela arriva però da Martin Ledwick, Cancer Research UK, che sottolinea come occorra attendere i risultati degli studi sull’uomo per affermare con certezza il funzionamento del tè verde Matcha come rimedio contro i tumori:

Non ci sono prove che il tè verde aiuti a contrastare il cancro nei pazienti. Malgrado questo studio mostri che il tè verde può uccidere le cellule tumorali mammarie cresciute in laboratorio, ma questo è molto differente dal bere del tè.

Anche precedenti ricerche suggeriscono che gli estratti del tè verde impediscano alle cellule tumorali di crescere. Al momento però le prove non sono così consistenti da consentire di affermarlo con certezza e abbiamo bisogno delle verifiche da studi sull’uomo per dimostrarlo.

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