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Che cosa si intende per approccio One Health?

Avete mai sentito parlare dell'approccio One Health? È un concetto antico, ma anche spaventosamente moderno che dobbiamo conoscere. Riassumendo molto vuol dire dobbiamo pensare al modello sanitario come a un qualcosa in cui salute umana, salute animale e salute dell'ecosistema sono integrate e interconnesse fra di loro

Che cosa si intende per approccio One Health?

Avete mai sentito parlare dell’approccio One Health? Ogni tanto nei telegiornali se ne sente parlare, soprattutto in caso di notizie in ambito medico. Ebbene: molto sinteticamente indica un modello di salute dove lavorano insieme in sinergia gli ambiti che si occupano di salute umana, salute animale e ambiente. In realtà la definizione non è nuovissima, ma soprattutto

Approccio One Health, cos’è e traduzione

Fonte: Foto di valelopardo da Pixabay

Anche se si sente parlare di One Health soprattutto da quando è scoppiata la pandemia, in realtà questo approccio è nato negli anni Duemila a causa dell’influenza aviaria. Le istituzioni preposte iniziarono a sollecitare i vari paesi ad adottare e sviluppare il concetto di One Health, intrecciando fra di loro i sistemi umani e veterinari. Tutto questo con lo scopo di prepararsi meglio nei confronti di eventuali pandemie e per aumentare la sicurezza dell’umanità. Certo, col senno di poi e la pandemia da Covid-19, è evidente che si sarebbe potuto fare molto di più.

Nel corso degli ultimi anni, poi, oltre al concetto di salute umana e veterinaria, ecco che è stato aggiunta anche la salute degli ecosistemi. Da qui è nato il progetto One Health – una salute sola.

È abbastanza evidente come la salute degli esseri umani, degli animali e degli ecosistemi siano strettamente interconnesse fra di loro. Considerando le zoonosi (cioè malattie trasmissibili dall’uomo all’animale e viceversa), ecco che di dieci malattie infettive emergenti, sei arrivano dagli animali, siano essi domestici o selvatici. Inoltre nel corso degli nultimi tre decenni, sono stati identificati 30 nuovi patogeni per l’uomo e di questi ben il 75% arrivava dagli animali.

Questa interconnessione diventa tanto più evidente quando:

  • la popolazione umana aumenta, antropizzando gli ambienti e vivendo sempre più a stretto contatto con gli animali
  • è noto ormai come i cambiamenti climatici e lo sfruttamento del suolo contribuiscano a una maggior diffusione delle malattie zoonosiche e delle malattie trasmesse da vettori
  • la globalizzazione, i viaggi internazionali e i trasporti mondiali fanno sì che le malattie si diffondano molto più rapidamente (il Covid docet)

Ma cosa vuol dire tutto ciò? Semplice: che diversi ambiti possono lavorare e collaborare insieme per tenere sotto controllo determinate malattie o per trovare soluzioni a problemi emergenti. Fra i diversi problemi a cui il modello One Health si applica abbiamo:

  • antibiotico resistenza
  • zoonosi, fra cui anche Rabbia e antrace
  • malattie trasmesse da vettori, come la malattia di Lyme, la malattia di Chagas, la dengue e la chikungunya
  • infezioni e tossinfezioni alimentari, fra cui anche la Campylobactteriosi
  • sicurezza alimentare

Cosa dice in merito l’Agenda 2030?

medico
Fonte: Foto di fernando zhiminaicela da Pixabay

Anche l’Agenda 2030 si è occupata del modello One Health. OMS, FAO e OIE hanno individuato sei punti fondamentali in tale ottica:

  • necessità di sviluppare sistemi alimentari sostenibili
  • tutelare la natura
  • aumentare la disponibilità di acqua pulita
  • velocizzare la transizione energetica
  • costruire città che siano sostenibili, sicure e inclusive
  • azzerare gli incentivi per i combustibili fossili

Questo sono anche gli obiettivi, fra l’altro, che si è prefissata l’ONU per l’Agenda 2030 per quanto riguardalo sviluppo sostenibile. Questi sei punti si rivelano fondamentali anche per alimentare il concetto di “una salute” (sarebbe questa la traduzione letterale di One Health).

Fonti:

  1. Istituto Superiore Sanità
  2. Istituto Zooprofilattico delle Venezie
  3. Salute.gov
  4. PubMed

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