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Elefanti, entrambe le specie africane a rischio estinzione

Elefanti, entrambe le specie africane sono a rischio d'estinzione: è quanto rende noto l'IUCN, annunciando l'aggiornamento delle sue liste.

Elefanti, entrambe le specie africane a rischio estinzione

Fonte immagine: Pixabay

Gli elefanti africani rischiano l’estinzione. L’International Union for Conservation of Nature (IUCN) ha infatti deciso di aggiungere entrambe le specie di pachidermi africani – ovvero gli elefanti di savana e di foresta – all’interno della lista rossa degli animali minacciati. Fra le cause, la modifica degli habitat e la costante attività dei bracconieri.

Il mercato dell’avorio continua a essere il principale responsabile della morte degli elefanti nel continente africano, data l’enorme richiesta proveniente dai Paesi asiatici. In queste nazioni le zanne dei pachidermi non vengono usate solo per la produzione di oggetti di lusso, ma anche come rimedi per la medicina tradizionale sebbene non vi sia alcuna conferma scientifica della loro efficacia.

Elefanti in Africa a rischio estinzione

Così come già accennato, l’IUCN ha deciso di includere entrambe le specie di elefante africano nella lista rossa degli animali a rischio estinzione. Si tratta di una decisione drammatica, dovuta all’azione dell’uomo: il numero di pachidermi in natura si sta notevolmente riducendo sia per le attività di caccia illecita che per la contaminazione e l’urbanizzazione dei loro ambienti di vita.

Il bracconaggio rimane la prima causa di morte per questi incredibili animali, dotati di un’intelligenza straordinaria e particolarmente legati alla vita sociale in gruppo. Così spiega Kathleen Gobush, a capo dell’Elephant Specialist Group dell’IUCN:

Per entrambe le specie, il bracconaggio è la principale causa del calo degli esemplari. Questa scelta speriamo possa rinnovare l’attenzione del mondo affinché si blocchi una volta per tutto l’uccisione di elefanti, il traffico delle loro parti e la domanda di avorio.

La situazione dei grandi pachidermi africani è sempre più drammatica. Solo dal 2007 al 2014, ad esempio, uno studio ha dimostrato come le popolazioni di elefanti siano diminuite del 30% in ben 18 nazioni del continente. In anni più recenti, invece, si è arrivato a stimare una stima del 62% di decrescita in poco meno di un decennio.

La decisione recente di separare gli elefanti africani in due differenti specie – quella di savana e quella di foresta – ha però permesso di adottare delle misure più mirate per la loro conservazione. Così ha spiegato Bas Huijbregts, specialista di animali africani per il WWF:

L’impatto di conservazione potenzialmente positivo nel dividere gli elefanti di savana da quelli di foresta non può essere ignorato. Le sfide per entrambe le specie sono infatti molto differenti, così come i percorsi da seguire per la loro ripresa.

Nel frattempo, l’IUCN ha raccolto i dati disponibili sugli elefanti sin dalla prima metà dello scorso secolo, arrivando a delle conclusioni allarmanti. I pachidermi di savana sono diminuiti del più del 50% in circa tre generazioni, ovvero in un lasso di tempo di 75% anni. Sempre su tre generazioni, quelli di foresta sono calati addirittura dell’80%, rendendo la continuazione della specie molto complessa. Questo poiché, vivendo appunto in zone dalla vegetazione molto fitta, è più complesso rinvenire e limitare l’azione dei cacciatori di frodo.

Per questa ragione, gli esperti richiedono un accordo internazionale per vietare la vendita di prodotti in avorio, delle misure più rigide per il controllo dei traffici alla frontiera e delle pene più che esemplari per cacciatori e commercianti colti in fallo.

Fonte: National Geographic

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