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Cambiamenti climatici, la Grande Barriera Corallina sta morendo

I cambiamenti climatici stanno distruggendo la Grande Barriera Corallina australiana: è quanto rivelano le analisi dell'IUCN.

Cambiamenti climatici, la Grande Barriera Corallina sta morendo

Fonte immagine: Pixabay

I cambiamenti climatici rischiano di far scomparire per sempre la Grande Barriera Corallina australiana. Peggiorano infatti le condizioni dei coralli e degli animali marini che abitano questo luogo unico al mondo, a causa dell’innalzamento delle temperature e dell’acidificazione delle acque. È quanto rivela l’ultima valutazione dell’IUCN: nel suo 2020 World Heritage Outlook Report, ha assegnato alla Grande Barriera Corallina lo status di elevata criticità per la sua conservazione.

La Grande Barriera Corallina australiana ha un’estensione di 348.700 chilometri quadrati e rappresenta un patrimonio di biodiversità unico al momento. Senza interventi diretti, questo paradiso rischia di scomparire in pochi decenni.

Cambiamenti climatici: i danni sulla barriera corallina

Come ogni anno, l’IUCN ha voluto valutare lo stato di conservazione dei 252 siti naturali inclusi nella lista World Heritage, per comprendere se gli sforzi di tutela messi in atto dai vari Paesi siano sufficienti. E purtroppo per la Grande Barriera Corallina australiana la situazione appare tutto fuorché semplice, tanto che la sua sopravvivenza non è più assicurata.

Nel dettaglio, nell’ultimo anno è aumentato il processo di sbiancamento dei coralli, dovuti a un aumento repentino delle temperature dell’oceano e alla progressiva acidificazione delle acque. L’area è sempre più occupata da una proliferazione di alghe, mentre molte specie di pesci avrebbero già subito un forte declino nella loro popolazione. La Grande Barriera Corallina australiana ospita normalmente 1.500 specie di pesci diversi, centinaia di varietà di crostacei e una varietà incredibile di coralli.

Non solo Australia

Purtroppo l’IUCN ha rilevato gravi conseguenze dai cambiamenti climatici anche in altre zone protette del mondo, come Cape Floral in Sudafrica e il Pantanal in Brasile, a cui si aggiunge lo scioglimento di numerosi ghiacciai in tutto il mondo.

Bruno Oberle, direttore generale dell’IUCN, ha così commentato i risultati 2020 dell’inagine:

I siti World Heritage rappresentano i posti più preziosi del Pianeta, abbiamo il dovere di proteggerli per le future generazioni. Le ricerche dell’IUCN dimostrano che il cambiamento climatico sta già danneggiando questi luoghi, dalla riduzione dei ghiacciai allo sbiancamento dei coralli, passando per i sempre più frequenti incendi e siccità. Mentre la comunità internazionale definisce nuovi obiettivi per proteggere la biodiversità, questo report segnala l’urgenza con cui si dovranno affrontare insieme le sfide ambientali a livello planetario.

Fonte: ABC

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