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Biocarburanti ridurranno impatto ambientale del traffico aereo

Un nuovo progetto messo in campo dalla NASA mira a ridurre l'impatto ambientale causato dal traffico aereo mediante l'impiego di speciali biocarburanti.

Biocarburanti ridurranno impatto ambientale del traffico aereo

Fonte immagine: Pixabay

Ogni anno il traffico aereo è responsabile del riversamento nell’atmosfera di un totale pari a 800 milioni di tonnellate di CO2. Un progetto messo in campo dalla NASA, in collaborazione con alcuni team di ricercatori in Germania e Canada, mira a risolvere o quantomeno a contenere il più possibile questo problema. L’iniziativa si basa sull’idea che l’impiego di speciali biocarburanti possa ridurre l’impatto ambientale fino al 70%.

Una prima fase di sperimentazione è stata condotta facendo decollare un Douglas DC-8 dalla pista dell’Armstrong Flight Center nella base Edwards in California e mettendo nella sua scia altri tre aerei a una distanza di circa 250 metri, così da poter rilevare il quantitativo di emissioni nocive generate in un contesto di volo reale.

I risultati migliori sono stati ottenuti con l’ausilio di un combustibile costituito da un mix di esteri (composti organici prodotti dalla reazione di un alcol o di un fenolo con l’acido carbossilico o derivati) e acidi grassi estratti dall’olio della pianta di camelina.

Va precisato che l’impatto ambientale causato dal traffico in cielo non è da attribuirsi esclusivamente alle emissioni dei motori, ma in gran parte anche all’azione delle scie di condensazione. Particelle di fuliggine vengono espulse insieme a vapore acqueo, contribuendo alla formazione di cristalli di ghiaccio alle altitudini più elevate.

Il risultato è una lunga striscia bianca (visibile anche da terra ad occhio nudo) che impiega molto tempo prima di dissolversi. Questa, stazionando nell’atmosfera può condurre alla formazione del cosiddetto cirro e a una sorta di schermatura per la superficie terrestre.

La conseguenza è un innalzamento della temperatura nella zona sottostante che può raggiungere in alcuni casi i 10° C, amplificando così notevolmente gli effetti del surriscaldamento. I biocarburanti presi in esame offrono vantaggi soprattutto da questo punto di vista, riducendo la quantità di condensa generata e limitando così l’azione nociva del processo appena descritto.

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