Greenstyle Ambiente Ambiente e sicurezza energetica: le priorità politiche del governo italiano fino al 2026

Ambiente e sicurezza energetica: le priorità politiche del governo italiano fino al 2026

Ecco quali sono le 7 priorità politiche del governo italiano al 2026 sull'ambiente e la sicurezza energetica: il documento del MISE.

Ambiente e sicurezza energetica: le priorità politiche del governo italiano fino al 2026

Il 2024 è appena iniziato e come accade ogni anno il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ha approvato e pubblicato, con il decreto ministeriale numero 7, l’atto di indirizzo che indica le priorità politiche del 2024 e del triennio 2024-2026, vale a dire quali dovranno essere le priorità politiche del governo italiano da qui al 2026.

Il testo è da considerarsi come una sorta di promemoria, la cornice entro la quale dovrebbe muoversi ogni disposizione ambientale del governo italiano nei prossimi tre anni, con l’obiettivo di rispettare gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall’ONU con l’Agenda 2030 e con gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall’ONU con l’Agenda 2030.

Il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ha fissato 7 priorità politiche che dovrebbero guidare ogni azione dello stesso ministero dal 2024 al 2026:

  1. Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e Piano nazionale integrato per l’energia e il Clima;
  2. Sicurezza energetica, decarbonizzazione e sostenibilità;
  3. Economia circolare e prevenzione dell’inquinamento atmosferico;
  4. Tutela della biodiversità e degli ecosistemi terrestri, costieri e marini: attuazione della Strategia
    Nazionale per la Biodiversità, efficientamento della gestione della “Rete Natura 2000”, riforma
    e innovazione della governance e del sistema di gestione degli Enti parco nazionale e della
    Aree Marine protette e digitalizzazione dei Parchi e delle Aree Marine protette, prevenzione e
    mitigazione dell’inquinamento marino e riduzione degli impatti antropici sugli ecosistemi;
  5. Prevenzione e mitigazione del dissesto idrogeologico, difesa del suolo, tutela della risorsa
    idrica e risanamento ambientale;
  6. Azioni internazionali per la transizione ecologica e per lo sviluppo sostenibile;
  7. Efficienza amministrativa, transizione burocratica ed educazione ambientale.

Il Ministero ha messo nero su bianco la necessità di un percorso di crescita sostenuto delle fonti rinnovabili, di forte promozione del risparmio e dell’efficienza energetica. Tra gli obiettivi si punterà sull’idrogeno: la strategia italiana prevede infatti il potenziamento delle infrastrutture di trasporto e di stoccaggio e lo sviluppo dell’idrogeno e la riconversione di infrastrutture esistenti e ridondanti, così come la realizzazione di nuove reti, ai fini dello sviluppo di una dorsale nazionale per il trasporto dell’idrogeno. L’obiettivo è quello di candidare l’Italia ad assumere un ruolo rilevante nell’importazione di idrogeno, diventando uno dei principali hub europei, attraverso lo sviluppo del “corridoio sud per l’idrogeno”.

L’impegno verso il riciclo

Il governo proverà a impegnarsi per continuare a sostenere e tutelare il sistema del riciclo italiano attuando il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (PNGR) in particolare monitorando e vigilando sui piani regionali per la gestione dei rifiuti, incentivando la preparazione per il riutilizzo, le attività di riciclo e l’utilizzo delle materie prime secondarie, sostenendo economicamente i Comuni nel miglioramento dei processi di raccolta differenziata e la valorizzazione degli scarti.

Il testo preannuncia anche lo sviluppo di una strategia nazionale per la plastica con l’obiettivo di prevenire la dispersione delle plastiche, incentivare la raccolta delle varie frazioni, garantire il raggiungimento degli obiettivi europei di riciclo e favorire lo sviluppo tecnologico del riciclo meccanico e chimico delle plastiche.

Biodiversità

Sul fronte della tutela della biodiversità e degli ecosistemi terrestri, costieri e marini l’obiettivo principale del governo italiano per i prossimi tre anni è costituto dall’avvio di una profonda riforma e innovazione della governance e del sistema di gestione degli Enti parco nazionale e della Aree Marine protette. Tra gli interventi previsti c’è la messa a dimora di 6,6 milioni di alberi nelle 14 città metropolitane d’Italia così da contrastare il superamento dei limiti d’inquinamento atmosferico, agevolare l’assorbimento di CO2 e mitigare gli effetti delle “isole di calore”.

Prevista anche la digitalizzazione dei Parchi nazionali e delle aree marine protette così da avere uno strumento più dinamico per il monitoraggio della biodiversità, ma anche per ottenere l’implementazione dei sistemi di sorveglianza dei percorsi ciclabili e dei sentieri all’interno del perimetro dei parchi nazionali, nonché di emergenza e soccorso dei visitatori.

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