Greenstyle Benessere Rimedi naturali Alitosi nei bambini: cosa fare

Alitosi nei bambini: cosa fare

Come affrontare l'alitosi nei bambini, quali sono le possibili cause e come comportarsi in caso di alito cattivo nei più piccoli.

Alitosi nei bambini: cosa fare

L’alitosi nei bambini è un disturbo che può avere molteplici cause. Alcune in comune con i soggetti adulti, altre più tipicamente collegate all’età infantile e per questo bisognose di differenti tipi di accorgimenti. Non sempre una non corretta igiene orale è all’origine dell’alito cattivo.

Fenomeni di alitosi nei bambini al risveglio possono essere del tutto normali, in considerazione della ridotta presenza di saliva nel cavo orale (che agisce di norma da antibatterico naturale). Se tuttavia il fenomeno tende a verificarsi troppo frequentemente o si protrae anche nelle ore successive è opportuno approfondire la questione cercare di individuare la causa del fastidio.

Bambino porta le mani alla bocca
Fonte: assente

Cause

L’igiene orale come detto può rappresentare un punto critico, ma che non esaurisce il ventagli di possibili cause. Episodi di alito cattivo possono affondare le proprie radici anche in patologie come l’acetone o chetosi (accumulo di corpi chetonici nel sangue), la tonsillite o in conseguenza di patologie intestinali (campanelli d’allarme possono essere ad esempio degli episodi di stipsi).

Possibile inoltre che un eccessivo accumulo di muco nelle vie respiratorie, a causa di patologie quali raffreddore, sinusite, mal di gola, infiammazione delle adenoidi possano provocare il fastidio. Nei primi due anni di vita può accadere che fenomeni di alitosi scaturiscano dal processo di dentizione, con l’effetto di una sua naturale scomparsa al termine di questa delicata fase.

Attenzione anche all’alimentazione, che se eccessiva o composta da cibi difficili da digerire può generare un rallentamento della digestione. Tra le conseguenze possibili figura anche l’alitosi. Evitare infine anche di imporre una dieta troppo proteica ai propri figli, altro fattore di rischio per l’alito cattivo.

Bambino con spazzolino e dentifricio
Fonte: Boy taking toothpaste / Shutterstock

Cosa fare

Una corretta igiene orale è senz’altro il primo passo per evitare il possibile verificarsi di alitosi. L’utilizzo di spazzolino, dentifricio e filo interdentale rappresenta uno strumento importante per ridurre la carica batterica nociva nel cavo orale e minimizzare gli episodi legati a problematiche dentali o gengivali.

Qualora le cause siano da addurre a patologie respiratorie o di altra natura è opportuno intervenire nel trattamento di tali problematiche, affiancando una corretta igiene orale. È tuttavia bene ricordare che l’utilizzo di collutori nei bambini non è sempre indicato, soprattutto se di età inferiore a 6 anni.

In caso di alitosi da difficoltà digestive è spesso consigliata un’alimentazione più ricca di fibre rispetto a quella condotta di norma. Inoltre alcune variazioni possono rendersi necessarie anche qualora l’alito cattivo derivi da un eccesso nell’assunzione di proteine. Per qualsiasi chiarimento o qualora si avesse necessità di un consulto specialistico è consigliato il ricorso al proprio medico pediatra.

Le informazioni riportate su GreenStyle sono di natura generale e non possono essere utilizzate per formulare indagini cliniche, non devono essere considerate come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento, l’assunzione o la sospensione di un farmaco , non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico generico, di uno specialista , di un dietologo o di un fisioterapista. L’utilizzo di tali informazioni e’ sotto la responsabilita’, il controllo e la discrezione unica dell’utente. Il sito non e’ in alcun caso responsabile del contenuto, delle informazioni, dei prodotti e dei servizi offerti dai siti ai quali greenstyle.it puo’ rimandare con link.

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

PFOA: cos’è, dove si trova e rischi per la salute
Salute

Il PFOA, o acido perfluoroottanoico, è un composto chimico utilizzato nella produzione di vari prodotti di consumo, in primis, i rivestimenti antiaderenti di pentole e padelle ed i tessuti impermeabili. Può contaminare l’acqua, il suolo e l’aria, e comportare rischi per la salute umana – grazie anche alla capacità che ha di permanere a lungo dopo il rilascio – dovuti alla correlazione esistente tra tale sostanza e il cancro nell’uomo.