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Quando pulire con il vapore

Consigli utili sull'utilizzo del vapore per pulire la casa: vantaggi, svantaggi e superfici compatibili, tra cui vetro, ceramica, cotto e molti altri.

Quando pulire con il vapore

Grazie anche alla disponibilità di apparecchi sempre più accessibili ed economici, la pulizia con il vapore è diventata una pratica decisamente frequente nelle case dello Stivale. Quali sono i vantaggi di questo sistema, quali i costi da prendere in considerazione e quali le superfici d’elezione?

Nonostante il boom recente, la pulizia al vapore ha radici abbastanza lontane. Considerando solo l’era moderna, la tecnica ha iniziato a diventare di massa con il boom economico del secolo scorso, cioè con l’apparizione sul mercato dei primi elettrodomestici utili a questo scopo. Mentre nei decenni passati la pratica ha comunque subito il limite del consumo energetico, ovvero dell’energia elettrica necessaria per riscaldare l’acqua nel serbatoio, i prodotti di ultima generazione sono in grado di garantire tempistiche praticamente istantanee e un peso in bolletta del tutto ridotto all’osso. Di seguito, qualche informazione utile.

Vantaggi e svantaggi

Vapore sulle finestre
Fonte: Close up of cleaning window glass with steam via Shutterstock

Si tratti di una scopa elettrica o di una macchina con serbatoio trasportabile, la pulizia al vapore è ormai uno dei must della casa. Questo perché il ricorso a una simile tecnologia garantisce una lunga serie di vantaggi, tra superfici perfettamente igieniche e consumi oculati.

Il primo merito è certamente la possibilità di eliminare i detergenti, utilizzando semplicemente acqua. Il calore generato dal vapore, con la sua fuoriuscita a pressione dall’apposito bocchettone, permette infatti di sciogliere anche lo sporco più incrostato, garantendo allo stesso tempo il massimo dell’igiene, poiché le temperature elevate esprimono la capacità di contenere la proliferazione di acari, batteri e anche comuni allergeni.

Il secondo è certamente quello della comodità: un apparecchio al vapore non richiede particolari competenze per poter essere sfruttato, oltre alla necessità di dover riempire l’apposito serbatoio d’acqua. Quindi, senza eccessivo olio di gomito e limitando lo sforzo al minimo, sarà sufficiente avvicinare l’erogatore alla superficie da trattare. Inoltre, il sistema si rivela efficace anche su quello sporco di cui solitamente si fatica a sbarazzarsene, tra cui anche le muffe sulle strutture del bagno, oppure tendaggi impregnati di smog o dall’odore di fumo. Se la macchina per il vapore è oltretutto recente, si possono anche ridurre i consumi energetici al minimo, il tutto nel pieno rispetto dell’ambiente. In particolare limitando lo spreco d’acqua, poiché si utilizzano quantità inferiori rispetto al flusso continuo del rubinetto oppure al risciacquo continuo di strofinacci e altri strumenti.

Sul fronte degli svantaggi, invece, si trova il costo iniziale dell’elettrodomestico, che potrà tuttavia essere compensato nel tempo. Ma anche l’impossibilità di utilizzare il vapore su qualsiasi tipo di superficie o materiale, data l’azione a elevata temperatura.

Quando usare il vapore

Vapore in bagno
Fonte: Vacuum cleaner/Using vacuum cleaner. Vacuum cleaner in action via Shutterstock

Sono diverse le superfici adatte alla pulizia a vapore. A partire dalle pavimentazioni, in particolare in ceramica o cotto e, in alcuni casi particolari, anche parquet o moquette qualora il produttore lo preveda esplicitamente. In caso di dubbi, tuttavia, per criterio cautelativo è meglio evitare. Inoltre, il getto caldo può essere davvero la soluzione di preferenza per rimuovere lo sporco sedimentato nelle fughe delle piastrelle.

Può quindi essere efficacemente utilizzato sui piani in vetro o ceramica, come le finestre di tutta casa, box doccia, specchi e sanitari, ma anche in cucina, dove si presta a fornelli in metalli, forni, griglie e lavandini.

Infine, le tecnica può portare a buoni risultati con certe tipologie di tessuto, in particolare quelle d’arredo. Normalmente è scelto per tende in cotone e lino dai colori chiari, ma anche per copridivani, fodere per sedie, zerbini e tappetini di servizio. Meglio evitare sulle stoffe più delicate o pregiate, come ad esempio la seta, mentre per l’eventuale resistenza della tinta sarà indicato eseguire una prova su una porzione nascosta del tessuto.

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