Greenstyle Sostenibilità Consumi Plastica in spiaggia: più abbondante dei mozziconi

Plastica in spiaggia: più abbondante dei mozziconi

I rifiuti in plastica superano i mozziconi come oggetto più abbondante sulle spiagge: è la prima volta che accade in 34 anni.

Plastica in spiaggia: più abbondante dei mozziconi

Fonte immagine: Unsplash

La plastica ha superato i mozziconi come rifiuto più abbondante sulle spiagge. È quanto rivelano le nuove statistiche rese note da Ocean Conservancy, relative alle attività di pulizia dei litorali. Per la prima volta nella storia, i contenitori in plastica hanno superato le sigarette, purtroppo onnipresenti su qualsiasi spiaggia del mondo.

Ocean Conservancy ha pubblicato il suo rapporto sulle attività di pulizia condotte nel 2019, in 116 nazioni mondiali. Più di 20.8 milioni di tonnellate di rifiuti sono stati raccolti sulle spiagge in un solo giorno, pari a 32.4 milioni di oggetti. L’ultima attività di raccolta e monitoraggio ha rilevato la presenza di almeno 4.7 milioni di involucri in plastica per alimenti, contro i 4.2 milioni di mozziconi. È la prima volta in 34 anni che questi rifiuti superano i residui di sigaretta. Non è però tutto: il 45% della plastica rivenuta in tutto il mondo viene prodotta negli Stati Uniti, in Europa, in Cina e in India.

La maggior parte dei rifiuti riguarda packaging di tipo alimentare, dai bicchieri alle cannucce, passando per bottiglie, confezioni in polistirolo, involucri, coperchi e sacchetti. Rispetto ai mozziconi di sigarette, tuttavia, rimangono più semplici da identificare e raccogliere. E, grazie anche a una maggiore sensibilizzazione nei confronti degli oggetti monouso, in futuro potrebbero sparire dalle spiagge. Così spiega Nicholas Mallos, direttore del programma Trash-Free Seas di Ocean Conservancy:

Gli involucri per il cibo, divenuti il rifiuto numero uno in spiaggia, sottolineano unicamente la produzione non sostenibile di confezioni usa e getta per alimenti e bevande.

L’Ocean Conservancy cataloga i rifiuti trovati sulle spiagge dal 1986, elaborando delle apposite statistiche affinché le attività e le policy di salvaguardia dei mari siano il più possibile focalizzate. In altre parole, l’Ocean Conservancy fornisce una fedele fotografia della situazione degli oceani in anno in anno, considerando come l’inquinamento non sia statico, bensì dinamico. A seconda dei trend di produzione, e al periodo storico, gli oggetti rinvenuti nelle acque cambiano. Ad esempio, è molto probabile che il 2020 si caratterizzi per una sovrabbondanza di mascherine in mare, data la pandemia da coronavirus.

Fonte: National Geographic

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Cosa sapere della plastisfera, un ecosistema artificiale basato sulla plastica
Inquinamento

L’aumento dell’utilizzo della plastica non sempre adeguatamente riciclata sta avendo un forte impatto sulla salute dei mari, dando origine alla cosiddetta Plastisfera, un ecosistema artificiale nato dalla plastica, una serie di microrganismi in grado di proliferare sui rifiuti che galleggiano nel mare. Ma quali sono le conseguenze di questo “nuovo” ecosistema?