
Il Vecchio continente sembra aver abbracciato appieno un’ottica di sviluppo sostenibile per quanto riguarda l’ambito energetico. Stando a quanto riporta uno studio condotto da WindEurope quasi il 90% della nuova potenza installata a livello europeo nel 2016 è legata allo sfruttamento delle fonti rinnovabili. Potrebbe però non essere tutto oro quel che luccica: ci sono timori e incertezze per quanto riguarda il prossimo futuro.
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Nel 2020 scadranno gli accordi siglati e al momento non vi sono certezze circa un’estensione degli impegni presi da parte di chi governa. Tornando ai dodici mesi conclusi a dicembre, in Europa sono stati realizzati nuovi impianti per un output totale pari a 24,5 GW: di questi, 21,1 GW (86%) è legato a eolico, solare, biomasse e idroelettrico. Il record precedente era stato registrato nel 2014 (79%).
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Per la prima volta nella storia il vento la fa da padrone, con oltre la metà della nuova potenza installata. È ora la seconda fonte di approvvigionamento dell’energia a livello continentale: superato il carbone, rimane dietro solo al gas. Importanti soprattutto gli investimenti nell’offshore, con 27,5 miliardi di euro spesi per la realizzazione degli impianti, in primis nel Regno Unito.
È la Germania a dettare il ritmo (il 44% della nuova potenza è tedesca) seguita da Francia, Olanda, Finlandia, Irlanda e Lituania. Altri Paesi come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia, che hanno puntato molto sull’eolico nei primi anni del nuovo millennio, hanno poi fatto registrare un brusco rallentamento e ora rappresentano solo una piccola fetta della torta.
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Talvolta si tratta di stop imposti a livello legislativo, come avvenuto in Polonia, dove è stata approvata una legge che stabilisce nuove regole più stringenti per quanto riguarda il posizionamento delle turbine nei pressi di edifici residenziali o industriali.
Restando focalizzati sul vento, oggi la risorsa produce 153,7 GW a livello europeo, un quantitativo importante, ma che ancora costituisce una piccola frazione del totale (918,8 GW). Per favorire ulteriormente la crescita delle rinnovabili sarà necessario uno sforzo congiunto che punti a ridurre l’impatto ambientale attraverso l’abbandono o la conversione delle centrali più tradizionali e inquinanti.